«Quando siamo arrivati qua a Torino mio marito era in situazioni veramente critiche. A un certo punto è stato messo in lista d’attesa per il trapianto e abbiamo chiesto di sposarci in reparto, visto che le nostre nozze erano fissate per settembre e non sapevamo se saremo arrivati a quel giorno. E grazie ai medici, alla direzione sanitaria e al Comune di Torino siamo riusciti». Il racconto è della donna di 42 anni, sposa del paziente trapiantato alle Molinette di Torino la notte dopo le nozze, 47 anni. «Un miracolo – dice lei stessa – è capitato nella notte dopo le nozze: abbiamo ricevuto un bellissimo dono, che è stato un cuore nuovo per mio marito. Adesso aspettiamo solo che torni a casa, perché abbiamo una bimba piccola, che ha quasi tre mesi. È stato tutto improvviso, però ci ha dato nuova speranza, perché eravamo proprio nel buio più totale e questo dono ci ha riempito di gioia».
«Adesso – ha aggiunto sul futuro – pensiamo di invecchiare insieme e di crescere la nostra bimba, sperando di stare sempre in salute. La persona che ha permesso tutto ciò – ha detto poi a proposito del donatore del cuore – mi auguro che il Signore se la tenga stretta stretta. Mio marito ha ricevuto una nuova vita ed è una cosa bellissima. Se non ci fosse stato il trapianto, non ci sarebbero state molte aspettative di vita, perché era collegato a una macchina che lavorava per lui con la circolazione extracorporea e non poteva durare tanto». «Noi stiamo insieme da sei anni e tre di convivenza – spiega – e avevamo programmato le nozze già i due anni precedenti, ma c'è stato il Covid e sono state rinviate e adesso è andata così, però ce l’abbiamo fatta». Tra i festeggiamenti in programma riferisce le nozze religiose.