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Etna Comics, la metafora della vita e la controcopertina de La Sicilia

Dal 6 giugno al via la kermesse

Di Leonardo Lodato |

Yuhime, Zhalia, Kyrenis, Denise “Nesty” Dal Bo, Detremia, Roberto Megna, Kizazu, Giampcomic. Sembrano i nomi di un esercito di alieni pronto a conquistare il pianeta Terra. E forse è proprio così. Quartier generale di questa “Missione… Possibile”, anche quest’anno, è il complesso delle Ciminiere di Catania che dal 6 al 9 giugno si trasforma nel “campo base” di una delle manifestazioni più attese e frequentate da tutti gli appassionati di quel caleidoscopico e variegato mondo che ruota intorno al disegno.Ma perché proprio Catania? Ce lo chiediamo e lo chiediamo. E le risposte sono tante (e non tutte, dentro di noi, sembrano sbagliate). Il capoluogo etneo, la terra dove il giallo del sole si mischia con l’azzurro intenso del cielo, che penetra il blu del mare e risale su per il rosso fuoco dell’Etna che, d’improvviso, si fa nero che più nero non si può, sono la metafora di quel meltin’ pot di culture che dalla strada traslano sulla carta, sul video, sul palcoscenico. Cosplay, questo termine così tecnico eppure entrato ormai nel linguaggio di tutti i giorni, è lo specchio della vita di ognuno di noi, che se non possiamo dimostrarlo “visivamente”, lo facciamo almeno dentro di noi. Travestirci, truccarci, colorarci, trasformarci in qualcosa o in qualcun altro, tirare fuori il lato più “fantasy”.

Che terra la terra di Catania

In fondo, la Sicilia, Catania in particolare (lasciatecelo dire con un velo di malcelato campanilismo), altro non è, per tornarci, che metafora di tutto quello che accadrà in questi giorni alle Ciminiere e dintorni e che, in realtà, accade ogni giorno intorno a noi. Catania è il colore che dicevamo. E’ la musica di Carmen Consoli e la mistica di Franco Battiato, è la poesia di Micio Tempio e il verismo di Giovanni Verga, è lo street food della via Plebiscito e il sano mangiare dei locali “centrostorici” più rinomati. E’ quel Caos pirandelliano (Agrigento, in fondo, è a un tiro di schippo da qui), che appartiene a noi, al noi “essere famiglia” tutti insieme appassionatamente, senza distinzione di sesso, di pelle, di religione, di credo politico, di interessi culturali, musicali, artistici. E lui, Luigi Pirandello (per mano di Zerocalcare), si fa nume tutelare di quel variegato esercito di persone che, nei giorni di Etna Comics, tornerà a radunarsi in una “leva” volontaria fatta di sorrisi, fantasia, idee, travestimenti, per scrivere una nuova pagina della nostra letteratura di strada.La vita e un film à la “Hellzapoppin’”, dove i protagonisti entrano ed escono dalla scena per interagire con il pubblico; la vita è un cartone animato o, meglio ancora, un film d’animazione, un videogame futuristico (perché guai a non credere nel futuro pur vivendo intensamente il presente); la vita è un pennarello, è uno spray a disposizione con chi si vuol misurare con quei muri che più li colori, più li imbratti, più si fanno invisibili all’occhio di chi è stanco di sentir parlare di conflitti (non solo interiori), di guerre, di femminicidi, di hobbesiano homo homini lupus.La vita è quel murale di berliniana memoria che si estende dal giorno della nascita alla data di scadenza. E’ fantasia e, soprattutto, allegria e spensieratezza.Per questo Etna Comics è il modo migliore per superare qualsiasi confine, è il martello capace di abbattere quel muro. Etna Comics è accoglienza, condivisione. E’ allegria colorata.E l’ultimo, chiuda la porta.@leonardolodatoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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