Ecco le parole dell’avvocato Carmelo Peluso, difensore di Paola Pepe, la donna che avrebbe provocato la morte di una prozia di 80 anni, Maria Basso, facendole ingerire degli spaghetti che la donna non avrebbe dovuto mangiare, dovendosi alimentare solo di cibo tritato, per fare ricondurre il decesso a cause naturali e potere beneficiare della sua eredità. Secondo il legale, non è vero che la Pepe si era avvicinata solo recentemente alla prozia, anzi – ha sottolineato Peluso – «il rapporto tra le due è lontano nel tempo» e «Maria considerava Paola la figlia che non aveva avuto». Tra l’altro l’avvocato ha sottolineato che era impossibile uccidere la donna con un piatto di spaghetti.
Oggi è in programma l’interrogatorio di garanzia di Paola Pepe, accusata dalla procura di Catania di omicidio e circonvenzione d’incapace.