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A Pompei scoperto il panificio prigione: era come quello descritto da Apuleio

Di Redazione |

Scoperto a Pompei il panificio-prigione, dove persone ridotte in schiavitù e asini erano rinchiusi e sfruttati per macinare il grano necessario a produrre il pane. Era un ambiente angusto e senza affaccio esterno, con piccole finestre con grate in ferro per il passaggio della luce. E nel pavimento intagli per coordinare il movimento degli animali, costretti a girare per ore con occhi bendati. Il ritrovamento sembra confermare il celebre racconto di Apuleio dal titolo “L’asino d’oro” contenuto nelle “Metamorfosi”.

L’impianto è emerso nella Regio IX, insula 10, dove sono in corso scavi nell’ambito di un più ampio progetto di messa in sicurezza e manutenzione dei fronti che perimetrano l’area ancora non indagata della città antica di Pompei. L’annuncio è stato dato oggi dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.

Le indagini hanno restituito una casa in corso di ristrutturazione. Un’abitazione suddivisa – come spesso avviene – in un settore residenziale decorato con raffinati affreschi di IV stile, e un quartiere produttivo destinato in questo caso alla panificazione. In uno degli ambienti del panificio, erano già emerse nei mesi scorsi tre vittime, a conferma che nonostante la ristrutturazione in corso, la dimora fosse tutt’altro che disabitata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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