Voci concitate, urla in sottofondo e una pistola puntata ad altezza uomo che spara e colpisce in pieno petto una donna. Sono le immagini rilanciate da un video postato su Twitter che mostra la sequenza del ferimento mortale di una manifestante, la 35enne Ashli Babbitt, colpita da un proiettile sparato da un agente della Capitol Police nei disordini scoppiati dopo l’irruzione dei sostenitori di Donald Trump a Capitol Hill.
L’obiettivo inquadra una porta chiusa con il vetro spaccato, bloccata da sedie usate come barricata per impedire ai rivoltosi di avanzare lungo il corridoio. Sulla sinistra, quasi nascosta dietro un angolo, si intravede una persona che impugna una pistola, puntata ad altezza uomo, contro il gruppo di manifestanti dall’altra parte della porta che cerca di forzare il passaggio. Non si vede il suo volto, ha una mascherina nera che lo copre, ma non sembra indossare una divisa da poliziotto, si nota il polsino della camicia con i gemelli.
La mano che stringe l’arma ondeggia, tenendo sotto mira i rivoltosi; a un certo punto, alza il tiro e spara. Contestualmente la telecamera si gira e riprende un corpo che cade: si intuisce che la manifestante è stata colpita mentre si stava arrampicando sulla porta per superare la barriera. Viene inquadrata una donna, a terra, immobile con una macchia di sangue che si allarga sul petto; perde sangue anche dalla bocca.
Un uomo in giacca e cravatta con il tesserino di Capitol Hill al collo la soccorre, insieme a un altro manifestante che le stava accanto; una voce grida che è stato sparato un colpo, mentre alle spalle della ferita si vedono poliziotti in tenuta antisommossa, che intimano ai manifestanti di indietreggiare.
Diversi rivoltosi sono con il telefonino in mano a riprendere la scena, altri discutono con gli agenti nel tentativo di salire le scale fino alla barricata. Intervengono i paramedici, cercano di rianimare la donna, un’immagine postata su Twitter la ritrae mentre viene portata via in barella.
La vittima è una veterana dell’aeronautica nata e cresciuta a San Diego. La sua morte è stata confermata dall’ex marito, Timothy McEntee, con il quale e’ stata sposata per 14 anni prima di divorziare nel 2019. La donna aveva servito in Afghanistan e Iraq, così come in Kuwait e Qatar; si era risposata e con il nuovo marito aveva una piccola attività commerciale.
Da un profilo Twitter che risponde al suo nome si evince che era un’appassionata sostenitrice di Trump, di cui condivideva messaggi e accuse. Tra i messaggi rilanciati, le richieste di dimissioni del vice presidente Mike Pence e la sua incriminazione per tradimento, video dei comizi del capo della Casa Bianca e messaggi di suoi sostenitori in viaggio per Washington per le proteste. “Non aveva mai timore di esprimersi, era rumorosa e categorica ma anche amorevole”, l’ha ricordato l’ex marito. Le circostanze della sua morte sono ancora poco chiare, un’indagine è stata aperta.
Da più parti si è sottolineato l’inadeguatezza e l’impreparazione degli agenti della Capitol Police, agenzia federale esclusivamente preposta alla difesa del Congresso. Come ha sottolineato sul Wall Street Journal David Gomez, dirigente in pensione dell’Fbi, “la polizia del Campidoglio non era preparata alla vastità della protesta”.
Di fronte all’irruzione dei rivoltosi, una situazione cui non erano pronti e che non sono soliti affrontare, le forze dell’ordine federali coinvolte sono state lente a rispondere e sono state sopraffatte facilmente. “È stato un casino, nessuno comunicava, nessuno sapeva che cosa avremmo dovuto fare lì”, ha sottolineato un agente sentito dalla Cnn.
Un uomo in giacca e cravatta con il tesserino di Capitol Hill al collo la soccorre, insieme a un altro manifestante che le stava accanto; una voce grida che è stato sparato un colpo, mentre alle spalle della ferita si vedono poliziotti in tenuta antisommossa, che intimano ai manifestanti di indietreggiare.
Diversi rivoltosi sono con il telefonino in mano a riprendere la scena, altri discutono con gli agenti nel tentativo di salire le scale fino alla barricata. Intervengono i paramedici, cercano di rianimare la donna, un’immagine postata su Twitter la ritrae mentre viene portata via in barella.
La vittima è una veterana dell’aeronautica nata e cresciuta a San Diego. La sua morte è stata confermata dall’ex marito, Timothy McEntee, con il quale è stata sposata per 14 anni prima di divorziare nel 2019. La donna aveva servito in Afghanistan e Iraq, così come in Kuwait e Qatar; si era risposata e con il nuovo marito aveva una piccola attività commerciale.
Da un profilo Twitter che risponde al suo nome si evince che era un’appassionata sostenitrice di Trump, di cui condivideva messaggi e accuse. Tra i messaggi rilanciati, le richieste di dimissioni del vice presidente Mike Pence e la sua incriminazione per tradimento, video dei comizi del capo della Casa Bianca e messaggi di suoi sostenitori in viaggio per Washington per le proteste. “Non aveva mai timore di esprimersi, era rumorosa e categorica ma anche amorevole”, l’ha ricordato l’ex marito. Le circostanze della sua morte sono ancora poco chiare, un’indagine è stata aperta.
Da più parti si è sottolineato l’inadeguatezza e l’impreparazione degli agenti della Capitol Police, agenzia federale esclusivamente preposta alla difesa del Congresso. Come ha sottolineato sul Wall Street Journal David Gomez, dirigente in pensione dell’Fbi, “la polizia del Campidoglio non era preparata alla vastità della protesta”.
Di fronte all’irruzione dei rivoltosi, una situazione cui non erano pronti e che non sono soliti affrontare, le forze dell’ordine federali coinvolte sono state lente a rispondere e sono state sopraffatte facilmente. “È stato un casino, nessuno comunicava, nessuno sapeva che cosa avremmo dovuto fare lì”, ha sottolineato un agente sentito dalla Cnn. (AGI)
(video Youtube)