La prima volta può essere un caso, la seconda è già un indizio. Auguriamoci che non ci sia una terza volta perché sarebbe una prova. Parliamo dei francobolli commemorativi emessi dal governo Meloni per celebrare figure che sono state direttamente coinvolte nelle persecuzioni antiebraiche in Italia.
La prima volta fu a giugno a denunciare il caso il senatore, l’ex senatore Carlo Giovanardi, ex democristiano, solido anticomunista, il quale fece sapere che nonostante faccia parte della Consulta filatelica, aveva scoperto solo a cose già fatte dell’attribuzione di questa onorificenza a Italo Foschi, che è stato uno squadrista romano così violento da essere sospeso dal fascismo dopo il delitto Matteotti e che poi nel ’43 fu nominato dai nazisti prefetto di Belluno.
In quella veste partecipò attivamente alla caccia agli ebrei in Veneto. La seconda volta è di pochi giorni fa.Stavolta a denunciare il caso un senatore del Pd Dario Parrini. Si tratta di un francobollo commemorativo emesso per Maffeo Pantaleoni che invece è stato un grande intellettuale italiano, un eminente economista liberale, la cui figura non può certo mancare in nessuna storia della cultura italiana del Novecento.
Però Pantaleoni fu anche uno dei promotori dell’antisemitismo in Italia e insieme con Giovanni Preziosi pubblicò con la rivista che co-dirigeva, il famoso falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion che poi è stata la matrice di tante persecuzioni contro gli ebrei.Ora, un francobollo commemorativo dovrebbe celebrare una virtù pubblica condivisa dalla grande maggioranza degli italiani e quindi non può celebrare un antisemita. È bene che il governo Meloni si dia una regolata filatelica, per così dire, se non vuole confermare le accuse di chi sostiene che in realtà non ha rotto con la nostalgia per uno dei periodi più bui della nostra storia.