Uccisa con 48 coltellate dal padre della sua bimba, la ricostruzione della tragica fine d’una ventenne catanese e le parole della mamma

Di Redazione / 29 Gennaio 2019

La terza sezione della Corte d’assise d’appello di Catania il 28 gennaio 2019 ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Luca Priolo, il 27enne che il 6 ottobre 2015 a Nicolosi (Catania) ha ucciso con 48 colpi di coltello la sua ex convivente, Giordana Di Stefano, di 20 anni, dalla quale aveva avuto una bambina di 4 anni. La sentenza di primo grado era stata emessa il 7 novembre del 2017 dal Gup Loredana Pezzino a conclusione del processo col rito abbreviato.

Riconosciuto un risarcimento alle parti civili, assistite dall’avvocato Ignazio Danzuso: genitori, sorella e figlia di Giordana Di Stefano, che ha “perso” il cognome del padre per “assumere” quello della madre. Priolo, difeso dall’avvocato Domenico Cannavò, che ha confessato il delitto, dopo l’omicidio è fuggito ma, grazie a indagini dei carabinieri di Catania, è stato individuato a Milano e arrestato da militari dell’Arma alla stazione ferroviaria. Il giovane continua a «negare la premeditazione», ribadendo che il movente è da collegare a «un raptus» dovuto alla «volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking» nei suoi confronti.

Nel video la ricostruzione di quanto accaduto a Giordana e le parole della mamma, Vera Squatrito 

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