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Statua Montanelli imbrattata, il Collettivo degli studenti posta video sui social

Di Redazione |

Con un video pubblicato sui social, Rete Studenti Milano e LuMe (Laboratorio universitario Metropolitano) hanno rivendicato l’imbrattamento della statua di Indro Montanelli avvenuta nella notte. «Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l’abbattimento della statua a suo nome», scrivono.

Nel video di 40 secondi si vedono alcuni ragazzi arrivare in bicicletta all’interno del parco e due di loro, stesse scarpe e pantaloni ma giacca di due colori diversi, lanciano i barattoli di vernice contro la statua, per poi scrivere con una bomboletta spray «Razzista, stupratore». «Con questo gesto vogliamo inoltre ricordare che, come ci hanno insegnato e continuano a insegnarci movimenti globali come Non Una Di Meno e Black Lives Matter, tutte le lotte sono la stessa lotta, in un meccanismo intersezionale di trasformazione del presente e del futuro. Se il mondo che vogliamo tarda ad arrivare, lo cambieremo», si legge nel comunicato firmato da Rete Studenti Milano e LuMe.

«Crediamo che figure come quella di Indro Montanelli siano dannose per l’immaginario di tutti» e «in una città come Milano, medaglia d’oro alla Resistenza, la statua di Indro Montanelli è una contraddizione che non possiamo più accettare”: è quanto scrivono sui social gli studenti milanesi di RSM e Lume, aggiungendo che «un colonialista che ha fatto dello schiavismo una parte importante della sua attività politica non può e non deve essere celebrato in pubblica piazza».

Nel lungo post che accompagna il video dell’imbrattamento avvenuto ieri sera, gli studenti milanesi dei due collettivi spiegano che le statue «hanno una funzione sociale collettiva, perché occupano lo spazio pubblico rappresentando ciò che una classe dirigente decide di celebrare della propria storia». 

Montanelli, aggiungono, «oltre ad aver portato avanti una strenua campagna di apologia del fascismo, si arruolò volontariamente durante la campagna etiope, una campagna colonialista e schiavista. Qui comprò una “faccetta nera” di nome Desta, una ragazza etiope di soli 12 anni, che usò senza ripensamenti come un vero e proprio giocattolo sessuale».

«Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l’abbattimento della statua a suo nome. Non possiamo accettare che vengano venerati come esempi da imitare personaggi che hanno fatto dello schiavismo, del colonialismo, della misoginia, del fascismo e del razzismo una mentalità con ben pochi ripensamenti», concludono.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA