Le piogge in Sicilia non bastano a contrastare il fenomeno della siccità e i grandi serbatoi collocati nelle aree interne dagli anni 50-60 rimangono ancora con pochissima acqua, causando danni per l’approvvigionamento idrico e per le culture agrumicole e olivicole dove nel 2024 secondo Confagricoltura c’è stata una perdita della produzione del 50-70 per cento e compromettendo anche le attività zootecniche legate ai pascoli.
La pioggia tanto attesa nell’isola si è concentrata esclusivamente sulle zone costiere: «Piove male, non in maniera omogena su tutto il territorio. Se non piove abbastanza in questo periodo dell’anno cioè tra ottobre e novembre significa che nell’estate 2025 ci troveremo ancora di più in gravissime difficoltà per il settore potabile e irriguo. Siamo a rischio desertificazione», spiega il professore Giuseppe Cirelli, ordinario di Idraulica Agraria dell’Università di Catania.
Alcuni degli strategici invasi siciliani come Ogliastro, Pozzillo e Ancipa tra Catania, Enna e Caltanissetta sono al di sotto del 10 per cento della capienza massima. Perché ha piovuto troppo poco. Piogge anomale ed eccezionali si sono concentrate sulla costa ionica della Sicilia. Dall’8 al 13 novembre, a Giarre, paese tra Catania e Messina, sono caduti 1000 millimetri d’acqua. In 72 ore la quantità di piogge di sei mesi.
Un disastro ambientale in corso che si aggiunge a un’estate dove in Sicilia si è registrato il record assoluto di notti tropicali, giornate in cui le temperature non si sono mai abbassate sotto i 20 gradi: «Ne abbiamo registrate 88 su Catania. Se mettiamo insieme tutti questi fattori tra cui in questi giorni la scarsità di piogge in alcune aree e l’eccesso in zone dove non serve vediamo come il cambiamento climatico sta incidendo sulle nostre vite, così la Sicilia viaggia verso scenari di aridità», aggiunge Luigi Pasotti, direttore del Sias (Servizio informativo agrometeorologico siciliano).
A settembre alcuni ricercatori dell’Università di Catania avevano registrato la moria di numerose querce, alberi dominanti della macchia mediterranea. E gli agricoltori in pieno autunno sono stati costretti a irrigare gli agrumi.