Un primo alt non rispettato. Poi un secondo tentativo, vano, della Guardia di Finanza, di bloccare l’ingresso in porto della Sea Watch, la nave della Ong olandese con a bordo 42 migrati soccorsi in mare, che da un giorno e mezzo era a mezzo miglio dall’Isola di Lampedusa. L’imbarcazione, guidata da Carola Rackete, non si è fermata e alle due della scorsa notte è entrata in porto dirigendosi verso la banchina.
Una motovedetta delle Fiamme Gialle ha cercato di evitare l’attracco spostandosi davanti alla banchina avanti e indietro, la comandante, entrata di poppa, ha speronato la nave delle Fiamme Gialle. Una manovra molto rischiosa, dicono gli inquirenti, che ha messo in pericolo l’incolumità dei migranti e dell’equipaggio a bordo e dei militari della Finanza che erano sulla motovedetta.
A terra intanto ad assistere alla scena c’era un gruppo di sostenitori della giovane capitana e un altro gruppo, guidato dalla ex senatrice leghista Angela Maraventano. Per tenerli separati ed evitare tensioni sono dovute intervenire le forze dell’ordine.
Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, è stata arrestata ed andrà ai domiciliari, misura quest’ultima decisa dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio. La comandante, arrestata in flagranza, ha indicato un’abitazione a Lampedusa come domicilio in cui scontare gli arresti. Entro 48 ore la Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, dovrà chiedere al gip la convalida dell’arresto. Il giudice delle indagini preliminari ha altre 48 ore per fissare l’udienza, che si terrà ad Agrigento, in cui si dovrà decidere se convalidare o meno il provvedimento.
Secondo quanto si apprende, Carola Rackete non verrà processata per direttissima, ma il caso seguirà le vie ordinarie. Le accuse che i pm le rivolgono sono la violazione degli articoli 1100 del codice della navigazione, che sanziona con la pena massima di 10 anni chi fa violenza o resistenza a una nave da guerra, e il tentato naufragio, previsto dagli articoli 110 e 428 del codice penale, e sanzionato con la pena massima di 12 anni. La Procura, nelle prossime ore, valuterà anche se ci sono profili di reato nella condotta dell’equipaggio della nave.
Nessuna responsabilità è invece configurabile per i parlamentari saliti a bordo della Sea Watch, che è stata sequestrata e, dopo lo sbarco dei 42 migranti che vi erano a bordo, intorno alle 6.30 portata fuori dal porto di Lampedusa da militari della Gdf perché la sua presenza nel molo faceva nascere due problemi: il primo riguarda i decolli e gli atterraggi degli aerei, in quanto l’albero della Sea Watch è molto alto e interferiva all’interno del cuneo di sicurezza di decolli e atterraggi del vicino aeroporto; il secondo riguardava i traghetti di linea che collegano Lampedusa con il resto della Sicilia in quanto la presenza nel porto della nave della Ong impediva il loro attracco.
Nel video che vi proponiamo, pubblicato su YouTube da ITALIA NEWS, Carola Rackete in stato di arresto accolta sul molo di Lampedusa da applausi dei sostenitori della Ong a cui si cono contrapposte le grida di un gruppo di lampedusani, guidato dalla ex senatrice leghista Angela Maraventano, che hanno urlato «vergogna».