«Se io non voglio tu non puoi», la nuova campagna contro la violenza sulle donne

Di Redazione / 21 Novembre 2024
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La Fondazione «Una Nessuna Centomila», in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, lancia la campagna «Se io non voglio, tu non puoi», un’iniziativa di sensibilizzazione che mira a diffondere un messaggio chiaro: il consenso non è una concessione, è un diritto.
L’appuntamento con la manifestazione, indetta da «Non Una di Meno», per sabato 23 novembre alle 14.30 in piazzale Ostiense a Roma. 
Quante volte davanti ad uno stupro abbiamo sentito dire «perché non ha gridato? Perché non si è mossa? Perché non ha cercato di scappare?» o ancora quante volte davanti ad una violenza subita le donne si sono sentite dire: «perché lo hai fatto salire a casa? Ma non mi hai detto che ti piaceva? Scusa ma ti sei presentata vestita così all’appuntamento?». Un rovesciamento totale delle responsabilità. La mancanza di reazione interpretata come la volontà a subire quella violenza e il ripensamento un diritto che per le donne non può essere contemplato. La campagna prova a evidenziare esattamente queste situazioni, ci pone davanti ad una scelta. Ci mette di fronte a un racconto, ad una casistica in cui tante di noi possono purtroppo ritrovarsi. «Se io non voglio, tu non puoi» è la dichiarazione chiara dell’autodeterminazione delle donne ma è anche la denuncia pubblica e collettiva di un reato che si consuma ogni giorno sulla loro pelle.
«Il consenso rappresenta un diritto fondamentale e inviolabile. – ha dichiarato Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila – In Italia, i numeri sono preoccupanti: nel 2023 sono stati denunciati oltre 4.500 casi di violenza sessuale, registrando un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. A ciò si aggiunge il drammatico aumento del fenomeno della diffusione non consensuale di materiale intimo, che ha visto una crescita del 7%, con più di 1.200 denunce. Non meno allarmante è il dato relativo alle molestie sessuali, sia fisiche che online, che hanno interessato una donna su tre. Tuttavia, queste cifre raccontano solo la punta dell’iceberg, poiché tante sono le donne, sopraffatte dalla paura o dal timore di essere giudicate, che non trovano il coraggio di denunciare».

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo