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Per la prima volta, l’opera lirica raccontata in diretta con una traduzione simultanea nel linguaggio dei segni

Di Redazione |

Una rivoluzione culturale e sociale quella promossa dal Coro Lirico Siciliano, che per la prima volta ha lanciato il progetto di traduzione simultanea dell’opera lirica nella lingua dei segni, in occasione della messa in scena della Turandot al Teatro greco di Taormina. Oltrepassare la stessa essenza della musica, trasformando gli artisti, l’orchestra sinfonica, i danzatori e persino le pietre millenarie in corpi vibranti e in sensazioni di forte impatto emozionale: il maestro Francesco Costa, direttore artistico del Festival Lirico dei Teatri di Pietra in Sicilia, è l’ideatore di questo straordinario progetto sperimentale che «nasce dall’idea di poter donare un sorriso, un’emozione a persone cui solitamente questa forma di arte è sostanzialmente preclusa; siamo molto orgogliosi e sempre più responsabili della nostra missione nel mondo. È questo che accade quando il silenzio si trasforma in musica». Vivere le emozioni dell’opera tramite la Lingua dei segni «è stato un momento incredibile che non avrei potuto altrimenti percepire – racconta Andrea Burgio -; ringrazio il coro che ha dato l’opportunità a tutte le persone sorde di partecipare appieno a questa forma d’arte». Anche Francesco Arrabito conferma che un conto è percepire «la musica attraverso le vibrazioni, ma comprendere il significato dei testi dell’opera attraverso la lingua Lis è un’altra cosa». Il Festival Lirico dei Teatri di Pietra proseguirà ancora a ritmo serrato con spettacoli in tutta la Sicilia: un calendario itinerante in cui si fondono mito e storia, suggestioni visive e sonore. Una vera e propria parata di stelle anima il calendario, che si chiuderà il 22 settembre al Teatro Antico di Catania con il concerto di Diana Damrau, il più grande soprano lirico-leggero dei nostri giorni, per la prima volta in Sicilia.

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