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Ottanta anni fa in Francia l’ultima esecuzione pubblica con la ghigliottina

Di Redazione |

Ottant’anni, il 17 giugno 1939, il tedesco Eugen Weidmann veniva giustiziato con la ghigliottina a Versailles. Non si trattò dell’ultima esecuzione in assoluto – in Francia la pena di morte sarebbe stata abolita solo nel 1981 – ma dopo quella non ce ne sarebbero state altre in pubblico.

La reazione della folla che si era riunita per assistere fu così violenta che una settimana dopo il governo decise di sospendere le esecuzioni in pubblico.

Weidmann, 31enne che aveva già una lunga fedina penale nel suo paese natale, era stato condannato a morte per sei omicidi commessi in Francia con tre complici. La sua esecuzione fu eseguita davanti alle porte del carcere di Saint-Pierre, nel centro di Versailles.

Una piccola folla aveva cominciato ad accalcarsi davanti alla ghigliottina già diverse ore prima dell’esecuzione per assicurarsi un posto in prima fila. Alcuni volevano solo assistere all’esecuzione, altri denunciare uno spettacolo che consideravano indegno di una società civile. Diverse decine di persone circondarono la ghigliottina sul marciapiede, il resto della folla era più lontano.

Le esecuzioni di solito erano eseguite prima dell’alba. In quel caso però i preparativi andarono per le lunghe e quando Weidmann, con le mani legate dietro la schiena, fu condotto alla ghigliottina, il sole era già alto. La luce permise ai giornalisti di scattare foto e girare anche dei filmati.

Tra il pubblico c’era anche l’attore britannico Christopher Lee, all’epoca 17enne, che si era recato sul posto assieme ad un giornalista amico di famiglia. Nella sua autobiografia l’attore descrisse la “potente ondata di urla” che si alzò dalla folla all’arrivo del condannato.

Lee ammise di non essere riuscito ad assistere all’esecuzione. “Ho girato la testa, ma ho sentito”, confessò a France Culture nel 1998, imitando il suono della mannaia che cade sulla testa del condannato.

La reazione isterica della folla e la dettagliata (e morbosa) documentazione dell’evento convinsero i vertici dello stato a prendere delle immediate contromisure. Il presidente Albert Lebrun decise di mettere fine alle escuzioni pubblice, basandosi anche su un rapporto del capo del governo, Edouard Daladier, in cui si faceva notare che le esecuzioni pubbliche non avevano avuto l’atteso “effetto moralizzante”, e che anzi davano della Francia un’immagine cupa all’estero.

Una settimana dopo gli incidenti di Versailles, fu promulgato il decreto del 24 giugno 1939. Stabiliva che le esecuzione sarebbero state eseguite solo entro i confini del carcere e che solo poche persone – magistrati, avvocati, funzionari di polizia, ministri della religione, medici – avrebbero potuto assistervi.

L’ultima esecuzione di un detenuto nel braccio della morte in Francia è stata eseguita il 10 settembre 1977. Quel giorno il tunisino Hamida Djandoubi fu ghigliottinato nel carcere di Baumettes, a Marsiglia. La pena di morte è stata definitivamente abolita dopo la promulgazione, il 9 ottobre 1981, della legge firmata dal ministro della giustizia socialista Robert Badinter.

(da Euronews e Askanews)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA