PALERMO – La patrona di Palermo, che gode di una diffusa devozione in Sicilia al pari delle martiri Agata di Catania e Lucia di Siracusa, non ha una storia altrettanto ricca di testimonianze e di tradizioni. Uno studioso morto nel 1620, Ottavio Caietani, lamentava di non aver trovato tracce lasciate dagli antenati su questa santa, nonostante la cura con cui le aveva cercate un pò ovunque.
Avuto in dono dalla regina il monte Pellegrino, Rosalia lo sceglie per condurvi vita di penitenza e qui torna per l’estremo riposo, probabilmente dopo aver peregrinato in altri luoghi ancor più lontani dalle distrazioni mondane, sull’esempio degli antichi anacoreti.
L’evento riaccende la devozione popolare, e Urbano VIII nel 1630 inserisce il nome di Rosalia nel Martirologio Romano al 15 luglio e al 4 settembre.
E infatti sono cominciati, la notte scorsa, con la tradizionale “acchianata” a Monte Pellegrino, i festeggiamenti religiosi in onore di Santa Rosalia. Archiviato il Festino di metà luglio, i palermitani attendono questa data per andare in pellegrinaggio al Santuario a chiedere “grazie” e mantenere le promesse rivolte alla “Santuzza”, patrona della città. I riti dureranno per tutto il mese.