Milano, insulti e vernice sulla statua di Indro Montanelli

Di Redazione / 14 Giugno 2020

Almeno quattro barattoli di vernice rossa versati sulla testa e le scritte in nero «Razzista, stupratore» a coprire quella originale giornalista. E’ stata imbrattata così in serata la statua dedicata a Indro Montanelli, collocata nell’omonimo giardino di via Palestro, nel centro di Milano, e finita al centro di molte polemiche dopo che ne era stata chiesta la rimozione sull’onda delle manifestazioni antirazziste in seguito all’uccisione di George Floyd.
Ignoti, forse antagonisti appartenenti a collettivi studenteschi, sono entrati nel parco ancora aperto in serata, quando a causa della pioggia c’era poca gente in una delle aree verdi più frequentate dai milanesi, e hanno rapidamente imbrattato la statua, lasciando sacchetti e barattoli attorno al monumento, per poi darsi alla fuga.
«Proprio non ci siamo. L’odio, la cattiveria e l’astio sono sempre più dominanti sul confronto civile e democratico. C’è da preoccuparsi seriamente», è stato il commento del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Intitolati a Montanelli dal 2002, i giardini di via Palestro vennero di conseguenza scelti anche per collocarvi la statua a lui dedicata che venne inaugurata nel 2006 dall’allora sindaco Gabriele Albertini e raffigurante il giornalista seduto che scrive sulla sua Lettera 22 con la scritta ‘Indro Montanelli – Giornalistà sulla base.
Non è la prima volta che la statua viene imbrattata: l’8 marzo del 2019, durante la manifestazione per la Giornata internazionale della donna, alcune attiviste del movimento femminista Non Una Di Meno la coprirono con vernice rosa.
Mercoledì scorso l’associazione I Sentinelli aveva inviato una lettera-appello al sindaco Giuseppe Sala e al Consiglio comunale per rimuovere la statua e dedicare i giardini «a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d’Oro della Resistenza», spiegando che «fino alla fine dei suoi giorni Montanelli ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale». Molte le critiche alla richiesta sono arrivate dal centrodestra (Giù le mani dal grande Indro Montanelli!, disse Matteo Salvini) ma anche da esponenti del Pd e non solo, con lo stesso sindaco Sala che si è detto «non favorevole» alla rimozione. «Penso che in tutte le nostre vite ci siano errori. E quello di Montanelli lo è stato – ha aggiunto Sala – Ma Milano riconosce le sue qualità, che sono indiscutibili».

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