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McIlroy nella leggenda del golf dopo aver vinto i suoi demoni
Paolo Condò nella nuova puntata della sua rubrica “Un centimetro alla volta” analizza la vittoria di Rory McIlroy al Masters di Augusta. «È diventato il sesto golfista della storia – primo europeo – a completare il Grande Slam della carriera. Nordirlandese di Holywood, che non è Hollywood ma il sobborgo di Belfast adiacente l’aeroporto intitolato a George Best – e qui davvero tutto torna – McIlroy è stato un enfant prodige capace di vincere a 22 anni il suo primo major, e di smarcare a 24 tre quarti del lavoro. Gliene mancava uno, il più prestigioso, il Masters di Augusta: quando ancora non era nessuno c’era andato vicino, arrivando in testa alle ultime nove buche del percorso, ma lì, come ha raccontato ieri nell’intervista con la giacca verde addosso – è il simbolo del successo – ne aveva combinate di tutti i colori. […] Non è soltanto la bravura tecnica a definire i campioni, e a volte non basta nemmeno la freddezza a portare un risultato. Quello che possiamo imparare da loro – che poi è uno dei motivi per i quali amiamo il grande sport – è la necessità di non scappare dai nostri demoni, ma di affrontarli con coraggio. Si torna sempre lì, a quella che Hemingway chiamava la grazia sotto pressione. McIlroy è un tipo che gli sarebbe piaciuto».