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Matteo Renzi da Bruno Vespa lancia la sfida di «Italia Viva»
Un terremoto vero, sebbene fosse annunciato da giorni e atteso da mesi. L’addio di Matteo Renzi al Pd torna a scuotere la politica italiana dopo la già rocambolesca crisi ferragostana innescata dalla Lega. L’ex premier scioglie gli ormeggi e porta con sé almeno 40 parlamentari diventando il terzo azionista dell’esecutivo giallo-rosso, dopo M5S, Pd e prima di Leu. Ma Renzi ha già tracciato la sua strada, da qui alla prossima Leopolda. «La mia nuova sfida si chiamerà «Italia viva”», annuncia a Porta a Porta, lanciando subito il guanto del confronto tv a colui che considera l’avversario da battere, in un dualismo tutto mediatico: Matteo Salvini, che accetta prontamente.
Il sostegno al governo non viene messo mai in discussione dall’ex premier. Anzi, secondo l’uomo di Rignano la scissione giunta alla nascita del nuovo governo è un gesto di chiarezza, che potrebbe rafforzare l’esecutivo. Ma a Palazzo Chigi non la pensano proprio così. Che Renzi ad un certo punto mettesse in campo il grande strappo a Giuseppe Conte era noto. Ma l’accelerazione degli ultimi giorni, per un premier che voleva cominciare la sua seconda avventura all’insegna della sobrietà, non è piaciuta.
E Luigi Di Maio avverte REnzi: «Di “Matteo” che ogni giorno creava tensioni nel governo ne abbiamo già avuto uno. Ne abbiamo abbastanza. Una cosa è certa: io non tollererò tensioni di alcun tipo. Bisogna lavorare solo per gli italiani».
Polemico invece Matteo Salvini sulla scissione di Renzi: «Italia viva? Io avrei dato un nome diverso, L’avrei chiamato Poltrona viva, sarebbe stato più lineare».
L’ex premier, intanto, parla nuovamente da leader. «Per la Ditta non ero uno dei suoi, ci ho sofferto», racconta nel salotto di Vespa senza risparmiare una frecciata a D’Alema e Speranza (“se cantano bandiera rossa meglio che tornino nel Pd”) e usando parole al miele per chi, ex renziano o ancora renziano, ha scelto di restare nel Pd. «La prima telefonata l’ho avuta dal ministro Roberto Gualtieri, noi siamo a sua disposizione», spiega l’ex segretario Pd dando un chiaro obiettivo alla neo-maggioranza: «duri fino al 2023 ed elegga il presidente della Repubblica»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA