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L’avvocato di Turetta: «Ecco perché non c’era premeditazione nell’uccisione di Giulia Cecchettin»

Di Redazione |

«Riteniamo che non sussistano i due elementi costitutivi della premeditazione: da un lato il lasso temporale che deve passare tra ideazione ed esecuzione del delitto, dall’altro l’elemento ideologico». Così Giovanni Caruso, il legale di Filippo Turetta per il quale l’accusa ha chiesto l’ergastolo per l’uccisione di Giulia Cecchettin. «La premeditazione c’è dove non ci sia indecisione, l’esatto contrario che è accaduto a Turetta. Abbiamo motivo di pensare che abbia agito sempre in preda a incertezza, senza una continuità ideativa». Sulla lista di oggetti che Turetta aveva appuntato, infine: «Sono evocativi della volontà di privare una persona della libertà personale, non di uccidere – ha spiegato ai cronisti – Il calzino per impedire che venga chiesto aiuto o i lacci per legarla sono elementi che non hanno significato per chi voglia uccidere un soggetto già morto. Sembrano oggetti volti a non permettere la fuga». «Turetta non ha motivo di mentire perché consapevole che sconterà una pena che va dall’ergastolo a moltissimi anni in carcere. E direi giustamente».

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