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L’ambasciata russa in Siria è deserta: «È il segno della sconfitta, ora Putin deve trattare con Erdogan»

Di Redazione |

Le immagini dell’inviato in Siria mostrano gli esterni dell’ambasciata russa, abbandonata durante i concitati giorni della caduta del regime. «Dopo 53 anni, i russi hanno lasciato il paese – nota Cremonesi – Ora Mosca deve trattare con Ankara e chiederle il permesso affinché i suoi soldati possano rimanere nelle basi militari disseminate sul territorio». Due guardiole devastate spiegano, in particolare, quale fosse la situazione prima della caduta di Assad: «All’interno vi lavoravano delle guardie siriane messe da Assad per controllare gli ingressi all’ambasciata – spiega – I due posti sono stati presi d’assalto dai ribelli». La Siria, spiega, funzionava da hub strategico per il dispiegamento militare russo in altre aree internazionali: in Africa, nel Bosforo e nel Mediterraneo.

«La Turchia di Erdogan è stata la grande burattinaia della caduta di Assad – continua – Il presidente aveva offerto a Bashar una negoziazione per dividere il paese e ripensarne il futuro, ma poi ha teso i fili del rovesciamento del regime». Erdogan è preoccupato per i milioni di profughi siriani attualmente in Turchia – che vorrebbe riportare in Siria – e per le milizie curde nel Nord Est del paese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA