Luca Guadagnino, a Venezia 81 con il film «Queer», ricorda i suoi primi passi, quando ruppe un’opera d’arte di Anselm Kiefer, il grande pittore e scultore tedesco? Fa un salto sulla sedia: «Dove l’hai scovata questa cosa? Come posso dimenticarlo… Avrò avuto 20 anni, avevo fatto qualche Super 8, ero appena arrivato a Roma e mi proposero di andare a Napoli per i vent’anni della storica Galleria d’arte di Lia Rumma, che organizzava una retrospettiva su Kiefer. Mi sedetti su un frammento di una sua opera, dove campeggia un aeroplano. Mi sembrava solido, lo pensavo in ferro. Invece aveva usato il piombo, che sotto il mio peso si piegò. Scappai dalla Galleria come Fantozzi. Non ho mai avuto il coraggio di confessarlo a Lia Rumma, la vestale dell’arte contemporanea che fece conoscere l’arte povera in Italia. Lo scoprirà ora»