Google oggi celebra con un doodle Elena Cornaro Piscopia, ecco la sua storia

Di Redazione / 05 Giugno 2019

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, indicata – si legge su Wikipedia – anche come Elena Lucrezia Corner (Venezia, 5 giugno 1646 – Padova, 26 luglio 1684), è stata un’erudita veneta ricordata come la prima donna a ottenere un dottorato al mondo. Ed oggi, nel 373° anniversario della sua nascita, Google le ha dedicato un doodle.  

Figlia di un nobile veneziano, che ne favorì in tutti i modi l’educazione, a diciannove anni Elena prese i voti come oblata benedettina, proseguendo gli studi di filosofia, teologia, greco, latino, ebraico e spagnolo. Ormai nota agli studiosi del tempo, a partire dal 1669 fu accolta in alcune delle principali accademie dell’epoca. Quando il padre chiese che la figlia potesse laurearsi in teologia all’Università di Padova, il cardinale Gregorio Barbarigo si oppose duramente, in quanto riteneva 4«uno sproposito» che una donna potesse diventare «dottore».

Nel 1678, a 32 anni, ottenne finalmente la laurea ma gliela concessero in filosofia, non in teologia. Non poté, in quanto donna, esercitare l’insegnamento. Questo traguardo non rappresentò una spinta alla parità del diritto allo studio per le donne; si sarebbe dovuto aspettare fino al 1732 per la laurea in Italia di un’altra donna, la fisica bolognese Laura Bassi.

Elena – si legge sempre su Wikipedia – fu la quinta dei sette figli di Giovan Battista Cornaro e di Zanetta Boni. Il padre, appartenente a una delle più importanti famiglie del patriziato veneziano, ebbe con Zanetta, donna di umilissime origini, una lunga relazione, durante la quale nacquero tutti i loro figli che furono sempre legittimati alla nascita, ma la coppia si sposò soltanto nel 1654. A causa delle origini della madre, i due giovani maschi Francesco e Girolamo non poterono essere iscritti nel Libro d’oro della nobiltà fino al 1664, quando il padre ottenne il sospirato riconoscimento pagando 105.000 ducati.

Probabilmente Giovan Battista, quando si accorse delle qualità della figlia Elena, ne favorì in tutti i modi la crescita culturale e il successo pubblico: era infatti del tutto straordinario che a quel tempo una donna emergesse nel campo degli studi e una tale eccezione avrebbe contribuito a dare ancor più lustro al nome della famiglia. La stessa Elena sembrò esser consapevole del pur «vano compiacimento» mostrato dal padre, ma non volle deluderlo, per quanto ella non intendesse acquisire un’erudizione da sfoggiare in salotti ed accademie. A testimonianza della sua inclinazione a un’esistenza appartata, nel 1665 si fece oblata benedettina, una scelta che appare un compromesso con la sua vocazione religiosa: in questo modo, pur osservando la regola dell’Ordine, poté evitare la reclusione monastica e frequentare quel mondo secolare nel quale trovare la libertà e i mezzi per continuare i propri studi.

Ormai nota tra gli studiosi italiani per la sua erudizione – si aggiunge sempre su Wikipedia – la Cornaro fu accolta nel 1669 nell’Accademia dei Ricoverati di Padova e successivamente nelle accademie degli Infecondi di Roma, degli Intronati di Siena, degli Erranti di Brescia e in quelle dei Dodonei e dei Pacifici di Venezia. La sua fama si estese anche all’estero: il cardinale Federico d’Assia-Darmstadt la consultò nel 1670 su problemi di geometria solida; da Ginevra Louise de Frotté, nipote del celebre medico Théodore de Mayerne, invitò nel 1675 Gregorio Leti a inserire la Cornaro nella sua raccolta di biografie di personaggi celebri L’Italia regnante; nel 1677 il cardinale Emanuele de Bouillon la fece esaminare dai due eruditi Charles Cato de Court e Ludovic Espinay de Saint-Luc, che ne rimasero ammirati.

Dopo che la Cornaro ebbe tenuto a Venezia una pubblica disputa di filosofia in lingua greca e latina, il padre chiese che lo Studio di Padova assegnasse alla figlia la laurea in teologia; alla proposta si oppose il vescovo di Padova, il cardinale Gregorio Barbarigo, la cui autorizzazione, in qualità di cancelliere dell’Università, era vincolante. Egli sostenne che fosse «uno sproposito dottorar una donna» e che sarebbe stato un «renderci ridicoli a tutto il mondo». Ne nacque un conflitto tra il cardinale e il Cornaro, che si risolse con il compromesso di farla laureare in filosofia: il 25 giugno 1678 la Cornaro sostenne la sua dissertazione e fu accolta nel Collegio dei medici e dei filosofi dello Studio padovano, benché non potesse comunque, in quanto donna, esercitare l’insegnamento.

Il video che vi proponiamo è stato pubblicato su YouTube da La veneta indipendente

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