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Enrico Berlinguer, 35 anni fa l’addio. «Enrico, Enrico!», il corteo e gli applausi a Padova: ecco le immagini dell’epoca
Segretario del Pci, Enrico Berlinguer – nato a Sassari il 25 maggio del 1922 – venne colpito il 7 giugno 1984, a Padova, mentre teneva un comizio, da un ictus cerebrale che lo portò alla morte il successivo 11 giugno. Attivo nell’antifascismo sardo, nel 1943 si iscrisse al Partito Comunista. Nel dopoguerra fu tra i principali artefici della ricostituzione della sua organizzazione giovanile, la Fgci, che guidò fino al 1956. Nel 1962 entrò nella segreteria del Pci e divenne responsabile della sezione esteri. Eletto segretario generale del partito nel 1972 e mantenne tale ruolo fino alla prematura scomparsa.
Giocò un ruolo di grande importanza nel movimento comunista internazionale con l’avvio di un processo di distanziamento dall’Unione Sovietica e l’elaborazione di un modello alternativo che prese il nome di Eurocomunismo. Nello scenario nazionale, teorizzò e tentò di realizzare, collaborando con Aldo Moro, il compromesso storico. È ricordato inoltre per aver sollevato la questione morale relativamente alle modalità di gestione del potere da parte dei partiti politici italiani.
Personaggio molto popolare, fu rispettato dagli avversari e amato dai propri militanti, tanto che al suo funerale, a Roma, partecipò più di un milione di persone; mai nell’Italia repubblicana si era avuta una manifestazione di tale ampiezza nei confronti di una figura politica. Sull’onda emotiva della sua scomparsa, il Pci alle elezioni europee del 1984 superò per la prima e unica volta la Democrazia Cristiana nei consensi (33,33% contro 32,97%).
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