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La presa di posizione

Cervi in Abruzzo, da Al Bano ad Alba Parietti: i vip a fianco della Leidaa. «No allo sterminio»

La campagna per fermare l'uccisione di 469 esemplari considerati “in soprannumero” deciso dalla giunta regionale

Di Redazione |

Fermare lo sterminio di 469 cervi considerati “in soprannumero” deciso dalla giunta regionale dell’Abruzzo e dal presidente Marco Marsilio. È quanto chiedono diverse personalità del mondo dello spettacolo, impegnate a fianco della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. Tra di loro anche il cantante Al Bano, la conduttrice Alba Parietti, il giornalista Igor Righetti, la cantautrice Grazia Di Michele, la giornalista e conduttrice Alda d’Eusanio, la cantante Fiordaliso, gli attori Andrea Roncato ed Enzo Salvi. «Dobbiamo convivere con gli animali selvatici, eliminando i disagi: evviva i cervi, evviva gli umani e l’intelligenza», ha detto Al Bano. «La decisione di abbattere i cervi trasmette disprezzo per la vita e il regno animale che deve essere salvato», ha aggiunto Parietti. E ancora: «L’Abruzzo è una regione meravigliosa frequentata da chi come me ama gli animali. Una regione verde che nessuno deve sporcare di rosso sangue», sono le parole di Righetti. «Penso che la decisione di uccidere cinquecento cervi sia inaudita! Tutti gli animali hanno il diritto di vivere», tuona ancora Salvi. 

Il 14 ottobre è arrivata dal Consiglio di Stato una sospensiva della deliberazione regionale, che però non è stata annullata dal presidente. La sorte dei cervi d’Abruzzo – ricorda l’associazione animalista – «è appesa alla decisione del Consiglio di Stato nel merito. Mentre i cacciatori non vedono l’ora di dare il via alla mattanza, tutti gli italiani che amano il patrimonio naturale dell’Abruzzo e la società civile si mobilitano per la salvezza di questi animali. Al coro delle voci in dissenso si aggiungono ora quelle di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, a dimostrazione che quella per i selvatici è una battaglia che interessa tutti». Ancora una volta «chiediamo a Marsilio di riflettere almeno sul danno d’immagine che il massacro infliggerà a una Regione che, finora, è servita da esempio per la capacità di convivere con gli animali dei boschi e delle campagne», conclude Leidaa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA