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Casamonica, nuovo duro colpo al clan: 23 arrestati, 7 sono donne. E una vittima dice «impossibile uscirne vivi…»
ROMA – Nuovi blitz dei carabinieri contro presunti appartenenti al “clan” Casamonica. I militari del Comando provinciale di Roma stanno eseguendo 23 misure cautelari, emesse dal gip di Roma su richiesta della procura di Roma, nei confronti di appartenenti alle famiglie Casamonica, Spada e Di Silvio, tra cui 7 donne. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di stupefacenti. Reati in buona parte commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini che hanno portato alla nuova operazione sono la prosecuzione dell’operazione “‘Gramigna” che la scorsa estate fece scattare misure nei confronti di altri 37 appartenenti al clan. L’operazione è scattata all’alba e ha visto all’opera circa 150 carabinieri del comando provinciale di Roma con l’ausilio di unità cinofile e del peronale dell’ottavo reggimento Lazio. Perquisizioni e arresti sono in corso a Roma, in provincia e in altre regioni italiane.
«I Casamonica come possono mantenere il loro tenore di vita? Vi rispondo che di professione fanno i delinquenti». E’ quanto ha fatto mettere a verbale, il 28 luglio scorso, il collaboratore di giustizia Debora Cerreoni che con le sue rivelazioni ha aiutato i magistrati della Dda a scoperchiare le attività illecite del clan attivo nell’area est della Capitale. Il verbale è citato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Gaspare Sturzo. La pentita, inoltre, ha spiegato che per i Casamonica è «strategicamente importante stringere alleanze con le altre organizzazioni criminali» come la camorra e la ‘ndrangheta «perché anche in tal modo possono dimostrare la propria potenza». «I Casamonica – afferma – sono malati di potere, hanno la necessità di dimostrare che sono potenti e questo, dal loro punto di vista, si dimostra mediante rapporti con le altre organizzazioni criminali e mediante l’ostentazione di un lusso sfrenato. Loro sono perfettamente consapevoli di avere un notevole potere intimidatorio, che esercitano nelle loro attività: incutono notevole timore e nessuno li denuncia mai».
Nell’ordinanza viene citato anche l’altro pentito, Massimiliano Fazzari, che nel corso delle sue audizione ha affermato: «i Casamonica non si limitavano ad avere un atteggiamento costantemente intimidatorio, ma si vantavano anche di essere mafiosi, nonché del fatto che la prima condanna per reato associativo sul territorio romano ha riguardato soggetti appartenenti alla loro famiglia». E ancora: «Nella zona della Tuscolana, soprattutto in prossimità del vicolo di Porta Furba, i Casamonica hanno un controllo equiparabile a quello che può avere una locale di ‘ndrangheta in un paese calabrese».
Dal canto suo, una delle vittime – un noto commercianti di mobili – che ha avuto il coraggio di raccontare le estorsioni subite da appartenenti al clan, ha affermato: «Dei Casamonica le persone hanno paura. Questo non è un gioco. E’ la pura verità – è detto nel verbale di audizione dell’uomo, citato nell’ordinanza del gip – i Casamonica oggi non fanno più usura con le minacce perché sanno di poter essere intercettati o di essere denunciati. Vi dico anche cosa fanno per farti avere timore: ti fanno assistere a delle scene di scazzottate tra loro, anche con l’uso di armi, per farti capire che possono essere anche violenti. Una di queste scene l’ho vissuta personalmente ed ho già riferito nel corso delle indagini che vi ho accennato in premessa e mi hanno visto vittima di usura ed estorsione. Questa è la tecnica, credetemi. Non è possibile uscirne vivi. Ultimamente sono arrivato al punto di fare cattivi pensieri relativamente alla mia vita».
Il video che vi proponiamo è stato pubblicato su Youtube da Émy HarrisCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA