SICILIA – ARCHEOLOGIA MINORE –Aprile 409 a.C – Annibale Magone e la distruzione di Selinunte. Mazara del Vallo – Contrada Ferla . Campo di battaglia –dopo 2500 anni : le opere di ingegneria militare sono ancora visibili.. La contrada Ferla si trova in Sicilia, nella provincia di Trapani e nel territorio del comune di Mazara del Vallo e si estende sul lato ovest del fiume Mazaro. La contrada Ferla é una vasta area ricca di cave di tufo, di insediamenti del periodo neolitico, di tracce di successivi insediamenti romani e di molto altro ancora. Tutta la zona archeologica è poco conosciuta e non è stata mai valorizzata sia dagli archeologi sia dalle amministrazioni Comunali e Regionali al fine d’ incrementare il turismo culturale in quest’area..Ma in questa contrada vi sono ancora i resti di ben tre valli difensivi, opere di ingegneria militare realizzate nel 409 a.C. Sono ostacoli ”da battaglia” , realizzati per fermare la cavalleria nemica e costituiti da due lunghi muri paralleli, posti a breve distanza gli uni dagli altri, in modo da fermare il galoppo della cavalleria e far disarcionare i cavalieri, per poi colpirli ed ucciderli caduti a terra fra i due muri del vallo. Le immagini satellitari ci mostrano ancora i loro resti, resti di queste opere di ingegneria militare realizzate quasi 2500 anni fa…vi sono quattro sbarramenti, di diverse lunghezze: il maggiore supera i 300 metri ed è ancora ben visibile. Ma non solo.. Pare affiorare anche il muro di protezione di un possibile accampamento di grandi dimensioni a forma rettangolare. Ricordiamo che Annibale Magone venne eletto dal senato cartaginese come comandante degli eserciti e governatore dell’Epicrazia punica della Sicilia nel 411 a.C. Egli era desideroso di vendicare il nonno Amilcare, sconfitto e ucciso durante Battaglia di Imera ( la Termini Imerese di oggi ) da parte dei Greci sicelioti nel 480 a.C. Nei primi mesi dell’anno 409 Annibale approdò presso l’attuale Marsala, che grazie alla sua posizione di guardia tra Mediterraneo e Tirreno, fu inizialmente un avamposto cartaginese. Nel mese di Aprile con falsi pretesti, Annibale marciò con l’esercito, verso la città di Selinunte con l’intento di assediarla per aiutare Segesta, sua alleata, e rivale di Selinunte. La battaglia di Selinunte fu una battaglia campale della seconda guerra greco-punica che si svolse nell’aprile del 409 a.C. che durò circa dieci giorni. Le forze in campo erano impari: Annibale poteva contare su circa 40mila soldati mentre i Siracusani e Selinuntei solo su circa 25mila uomini armati. Le perdite per i Selinunte furono ingenti: Diodoro Siculo narra di 16mila morti e di oltre 6mila prigionieri. Senza ulteriori rinforzi, la città fu facilmente quindi presa e distrutta. La popolazione di Selinunte fu in gran parte massacrata. Nel maggio dello stesso anno 409 a.C. Annibale pose anche un assedio a Imera , l’odierna Termini Imerese ove sconfisse i rinforzi di Siracusa al comando di Diocle. Selinunte, in tempi successivi, fu ricostruita ma non raggiunse mai lo splendore precedente la sua distruzione del 409 a.C. Ancora oggi, quasi duemila e cinquecento anni dopo la vittoria di Annibale, percorrendo la campagna della contrada Ferla, si possono trovare, affioranti fra il terreno, ceramiche dell’età del bronzo, ed altri frammenti di antiche popolazioni..