Guerra mediatica
Accuse di nazismo tra Zelensky e Putin: il video in bianco e nero del presidente ucraino
I due presidenti, ucraino e russo, hanno scelto mezzi diversi per commemorare la fine della Seconda guerra mondiale
Si trasforma in un duello a distanza tra Putin e Zelensky il giorno che commemora la fine della Seconda guerra mondiale. L’accusa più ripetuta è «nazista», ma le modalità degli scambi e le argomentazioni utilizzate sono molto diverse. E danno l’idea di due mondi ormai lontanissimi, uno arroccato nel passato e l’altro proiettato nel futuro. A cominciare dai mezzi usati: un telegramma Putin, un sofisticatissimo video Zelensky.
«I nostri militari, proprio come i loro antenati, stanno combattendo insieme per liberare il loro suolo dalla feccia nazista», ha scritto il presidente russo in una serie di telegrammi di congratulazioni inviati ai leader delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk nel 77esimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica. La notizia viene battuta dalla Tass nello stesso momento in cui su tutti i social, da Twitter a Telegram, Zelensky e il suo staff diffondono un lungo video, preparato con grandissima cura dal presidente ucraino facendo leva su quella che è diventata la sua peculiarità: la capacità di comunicazione. E così in pochi istanti Zelensky rimette indietro le lancette della storia con una sorta di cortometraggio in bianco e nero a sottolineare come passato e presente si stiano drammaticamente fondendo.
Tanto che le immagini della Seconda guerra mondiale sono perfettamente sovrapponibili a quelle dell’Ucraina di oggi, con i palazzi distrutti dalle bombe: ieri di Hitler, oggi di Putin. La regia è curatissima, con la macchina sempre in movimento e Zelensky al centro, ripreso con alle spalle due edifici sventrati a Boodyanka, vestito di nero, con una maglietta con la scritta 'I'M UKRAINIAN'. Il tono è solenne, le accuse dure: "Durante i due anni di occupazione, i nazisti uccisero 10.000 civili. In due mesi di occupazione, la Russia ha ucciso 20.000 persone», sono le parole del presidente, che prosegue denunciando che «in Ucraina è stata organizzata una sanguinosa ricostruzione del nazismo. Una ripetizione fanatica di questo regime: delle sue idee, azioni, parole e simboli». Poi l'affondo: «Una ripetizione dei suoi crimini e persino tentativi di superare il 'maestrò e toglierlo dal piedistallo del più grande male della storia umana. Quello che sta succedendo segna un nuovo record mondiale di xenofobia, odio, razzismo».
Le immagini dell’Ucraina attaccata dai russi tornano a sovrapporsi a quelle dei primi anni '40. Sono i modelli degli aerei oppure gli abiti delle persone che fuggono a far capire il salto temporale: la devastazione delle bombe è la stessa. «La primavera può essere in bianco e nero? Esiste un febbraio eterno?», chiede Zelensky. E conclude: «Decenni dopo la Seconda guerra mondiale, il buio è tornato in Ucraina. Di nuovo! Il male è tornato. Di nuovo!». Ma nell’ultimo frame compare una bandiera ucraina a colori, che campeggia sullo sfondo che resta bianco e nero. Un video pieno di metafore e richiami storici. Una solennità che Putin, molto meno social del suo nemico, punta a raggiungere domani con la classica parata sulla Piazza Rossa. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA