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Militello Val di Catania è il “Borgo più bello di Sicilia”: cosa vedere nella cittadina barocca da scoprire

Chiese ricche di decori e magnifici palazzi nobiliari, una Natività di della Robbia e pure una cascata nel territorio circostante. Sul podio del contest online promosso da www.allfoodsicily.it

Di Redazione |

E’ Militello in Val di Catania il "Borgo più bello di Sicilia 2022". Lo ha decretato il contest online promosso dalla testata giornalistica regionale www.allfoodsicily.it, quotidiano on-line che si occupa di enogastronomia e di turismo in Sicilia scegliendolo tra una selezione di 50 borghi siciliani nella prima fase e 20 in quella finale.

Il riconoscimento si aggiunge a quello ottenuto nel 2002 dall’Unesco, che ha inserito Militello in Val di Catania fra i paesi del Val di Noto dichiarate Patrimonio dell’Umanità per la ricchezza del suo patrimonio artistico-monumentale. Insieme con Militello in Val di Catania occupano il podio – confermando le posizioni ottenute nella prima fase – Mistretta e Novara di Sicilia (a cui saranno attribuiti due premi specifici), due perle incastonate tra i Nebrodi e i Peloritani, che hanno intercettato il favore di tanti lettori e lettrici.

Una menzione la merita il borgo medievale di Erice nel Trapanese, a cui sarà assegnato un premio, classificatosi al quarto posto del contest dopo avere primeggiato nella prima fase. Il contest ha registrato un totale di 506.290 mila voti.  La classifica finale: Militello in Val di Catania 28.122, Mistretta 25.548, Novara di Sicilia 18.792, Erice 16.672, Calascibetta 14.281, Naro 10.610, Cefalù 8.618, Castelbuono 7.562, Savoca 6.472, San Mauro d’Alunzio 6.437, Scicli 6.334, Ciminna 5.872, Vicari 5.595, Caccamo 4.839, Naso 4.833, Taormina 4.658, Troina 4.318, Salemi 4.061 e Mirto 3.574.

Ma cosa fare e cosa vedere in una gita alla scoperta delle bellezze di Miitello? Nota per essere la patria di Pippo Baudo e Nello Musumeci, la cittadina – il sindaco è Giovanni Burtone – è ricca di monumenti barocchi e per questo inserita nel circuito Unesco del Val di Noto. Una passeggiata nel centro storico riserverà più di una sorpresa.  Tra le chiese da non perdere quella di Santa Maria della Stella, dove si trova la Pala della Natività dello scultore Andrea della Robbia,  una delle opere più belle di Militello, commissionata da Antonio Pietro Barresi”, la basilica Chiesa madre di San Nicolò e Santissimo Salvatore, la chiesa di San Benedetto Abate con l'ex monastero, la Chiesa dei SS.Angeli Custodi (con bellissimo pavimento in ceramica), a chiesa di Santa Maria la Catena, la Chiesa di Santa Maria del Circolo. E ancora i palazzi Niceforo, Baldanza, Majorana. Da visitare la zona che comprende l'arco del Castello Barresi-Branciforte, dove si trova anche la fontana della ninfa Zizza, e la Chiesa di Santa Maria la Vetere, con il portale del 1506 attribuito ad Antonello Gagini.

A pochi chilometri dalla cittadina è possibile una bella escursione in natura nella valle sottostante per raggiungere il torrente Oxena (o Ossena) e la sua cascata. Nel territorio ci sono grotte, canyon e tombe preistoriche. Maggiori informazioni si possono trovare sul sito del comune o presso la Pro Loco e ci sono gite organizzate da guide e associazioni. 

Storia e leggende. 

Nel 1473 il castello di Militello fu teatro di un delitto passionale ai danni di donna Aldonza Santapau, marchesa di Licodia, moglie del barone di Militello Antonio Piero Barresi. Falsamente accusata di adulterio dai cognati, questa fu uccisa dal marito insieme al presunto amante, il segretario baronale Pietro Caruso, detto "Bellopiede" per la sua perizia nella danza. Sotto la signoria dei Barresi, a metà del XVI secolo, il feudo assurse alla dignità di marchesato. Estinta la dinastia dei Barresi, con il matrimonio tra Caterina Barresi e Fabrizio Branciforte, principe di Butera e conte di Mazzarino, nel 1571 la città passò ai Branciforte, uno dei casati più importanti di Sicilia, che la tennero fino all'abolizione della feudalità (1812).

Il periodo compreso fra i secoli XVI e XVIII fu un'epoca di grande splendore per la città, e in particolare gli anni della signoria del marchese Francesco Branciforte (1575-1622) e della consorte Giovanna d'Austria (figlia di don Giovanni d'Austria e nipote dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, re di Spagna e di Sicilia), e della loro figlia Margherita d'Austria e Branciforte (1605-1649), sposa di Federico Colonna duca di Tagliacozzo. Durante il loro governo, la città si arricchì di nuovi edifici e fondazioni, come la nuova ala del castello, chiese, monasteri, palazzi per l'amministrazione, fontane pubbliche, una grande biblioteca e una stamperia tra le prime del Regno di Sicilia, dove nel 1617 fu pubblicato il trattato Il giuoco de gli scacchi di Pietro Carrera, importante testo di riferimento della scacchistica moderna (famoso per la cosiddetta difesa siciliana). Il terremoto dell'11 gennaio 1693 distrusse molti di questi edifici, ma la ricostruzione barocca  porterà alla realizzazione di gioielli architettonici. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA