Sport: Barbaro (Fdi), ‘chiesto il rinvio al luglio 2023 della riforma del lavoro sportivo’

Di Redazione / 20 Settembre 2022

Roma, 20 set. – “Grazie all’apporto di Fratelli d’Italia in settima Commissione permanente al Senato, potrebbe essere posticipata al 1° luglio 2023 l’efficacia delle disposizioni del decreto legislativo n. 36 del 2021 sul lavoro sportivo”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro. “Il Governo valuti l’opportunità di posticipare l’efficacia di quelle disposizioni del decreto legislativo n. 36 del 2021, come modificato dallo schema di decreto legislativo in oggetto, che si applicano dal 1 gennaio 2023, non oltre il 1° luglio 2023, o, in alternativa, di inserire una norma transitoria che regoli i rapporti in atto’. “Pur astenendosi, spiega il senatore Barbaro, Fratelli d’Italia, è riuscita a far inserire nel documento conclusivo dei lavori di commissione questa osservazione che, se accolta dal Governo, porterebbe a uno slittamento prezioso”.

“Sebbene questa riforma rappresenti un passaggio – osserva Barbaro – è ritenuta dagli addetti ai lavori pericolosa per la tenuta del sistema sportivo già messo a dura prova dalla pandemia, dalla crisi energetica e da scellerate scelte governative. Con la riforma del lavoro sportivo il quadro cambierà infatti radicalmente con il superamento della distinzione tra settore professionistico e dilettantistico, disponendo che chi opera nello sport a titolo oneroso sia considerato, come regola generale, un lavoratore, da inquadrare – ricorrendone i presupposti – come subordinato, autonomo, cococo, occasionale”.

“Da tempo – conclude Barbaro – abbiamo sottolineato come questa riforma somigli a un Giano Bifronte. Da una parte corre la necessità, per la quale da anni ci battiamo, di tutelare il lavoratore sportivo. Dall’altra, l’esigenza di non appesantire un sistema già in ginocchio. Serve un tavolo tecnico dove addetti ai lavori e rappresentanti delle parti sociali studino come superare le maggiori criticità della riforma e garantire la sostenibilità del sistema. Chi promuove lo sport quotidianamente (erogando un servizio fondamentale per la collettività e colmando anche tante lacune strutturali da parte dello Stato) si chiede chi pagherà i costi di questa riforma e chi si farà carico dei maggiori oneri previdenziali. Occorrerà prevedere per i sodalizi sportivi dilettantistici – partiamo da questo – fasce di esenzione fiscale e contributiva”.

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