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Si appropriò di soldi di Calissano,chiesto processo per avvocato

Accusato di peculato, circonvenzione incapace e falso

Di Redazione |

GENOVA, 04 GEN – Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini ha chiesto il rinvio a giudizio per l’avvocato Matteo Minna, l’amministratore di sostegno di Paolo Calissano, l’attore genovese stroncato a Roma il 29 dicembre 2021 da un mix di farmaci antidepressivi. Minna, difeso dagli avvocati Enrico Scopesi e Maurizio Mascia, è accusato di aver circuito l’attore e di avergli sottratto oltre 500 mila euro. Oltre a Calissano (il fratello è parte offesa ed è assistito dall’avvocato Santina Ierardi), l’amministratore di sostegno avrebbe sottratto soldi a una donna con problemi di dipendenze e ad altri tre amministrati. L’udienza preliminare davanti al giudice Angela Nutini è fissata per il 30 gennaio. Un anno fa il giudice aveva disposto gli arresti domiciliari con l’accusa di peculato aggravato, falsità ideologica – perché avrebbe redatto false relazioni di sintesi sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate -, falsa perizia per errore determinato da inganno perché avrebbe indotto in errore il consulente incaricato dal giudice tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi ricevuti. L’amministratore di sostegno è anche accusato di circonvenzione di incapace. Per gli investigatori della Guardia di finanza, l’avvocato avrebbe prelevato ripetutamente dai conti correnti degli assistiti cifre che poi sarebbero confluite sul suo conto personale. Tali movimenti di denaro, spesso non rendicontati al giudice tutelare, venivano giustificati quali pagamenti di fatture (false) per compensi per assistenza legale o per altre prestazioni professionali di cui non è stata rinvenuta traccia. Per nascondere i prelievi Minna avrebbe firmato relazioni periodiche di sintesi ideologicamente false sull’andamento delle amministrazioni.

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