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Sanità: allerta neonatologi e pediatri, ‘virus sinciziale è atteso in anticipo’

Di Redazione |

Milano, 18 ott. (Adnkronos Salute) – Il Virus respiratorio sinciziale (Vrs) è atteso in anticipo anche quest’anno e neonatologi e pediatri sono in allerta per una possibile nuova ondata impegnativa. I dati epidemiologici relativi alla diffusione dei virus respiratori nella popolazione, tra i quali il Vrs, registrati nella stagione epidemica dello scorso anno, in molti Paesi del mondo, inclusa l’Italia – spiegano gli esperti – hanno documentato un consistente anticipo del periodo di inizio della stagione epidemica e i dati già raccolti confermano questa tendenza anche per il 2022. È il caso del Regno Unito, dove il tasso di positività al Vrs è aumentato del 3,9%, solo nel mese di settembre, con la più alta percentuale nei bambini al di sotto dei 5 anni (8,2%). Dati e segnali che sono alla base del monito lanciato dalla Società italiana di neonatologia (Sin) e dalla Società italiana di pediatria (Sip). Per contrastare una possibile nuova ondata anche in Italia, gli specialisti dei bimbi ritengono che “esistano i presupposti per valutare un’anticipazione al mese di ottobre nell’avvio della profilassi per l’infezione da Vrs con il monoclonale palivizumab, per i neonati prematuri e con patologie congenite cardiache o polmonari. Compatibilmente con i contesti organizzativi regionali ed aziendali, occorre sensibilizzare le direzioni sanitarie e i professionisti coinvolti, per garantire una corretta prevenzione”, suggeriscono. Per meglio riconoscere il virus respiratorio sinciziale e la bronchiolite, per prevenirli e agire in modo tempestivo, è stato poi realizzato un video destinato ai genitori. Il progetto, patrocinato dalla Sin, insieme alla Sip e con la collaborazione scientifica di Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento della salute della donna e del bambino dell’università di Padova, ha l’obiettivo di spiegare ai genitori tutto quello che devono sapere su un virus comune, ma particolarmente rischioso per i bambini sotto i 6 mesi di vita. Si tratta della principale causa di bronchiolite e polmonite nei più piccoli, le cui conseguenze più gravi sono predominanti tra i bambini di età inferiore a 1 anno. Sotto questa fascia d’età e durante la stagione epidemica (che va solitamente da novembre a marzo), tutti i bambini sono a rischio di infezione grave e ospedalizzazione, soprattutto tra i 2 e i 4 mesi, ma in particolare quelli prematuri o che presentino comorbidità specifiche. I sintomi compaiono dopo 2-6 giorni dal contatto, la durata media della bronchiolite è 5-7 giorni e l’unica terapia per curarla è l’ossigeno. Ma i camici bianchi assicurano: alcune semplici misure sono in grado di ridurre drasticamente la diffusione del virus. La strategia preventiva primaria resta fondamentale, quindi lavaggio delle mani e distanziamento sociale, soprattutto in caso di sintomi. I genitori che hanno un bambino al di sotto dell’anno d’età, se raffreddati, dovrebbero tenere sempre la mascherina e igienizzare le mani prima di toccare il piccolo. Sono quelle misure che ci sono state ‘imposte’ in periodo Covid e che “non devono essere dimenticate in futuro, proprio per poter ridurre il numero di ospedalizzazioni nei neonati e nei lattanti”.

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