Salario minimo: Baldino (M5s), ‘apertura governo è un infimo bluff’

Di Redazione / 23 Luglio 2023

Roma, 23 lug. “Dal governo un clamoroso bluff quello della presunta apertura, a parole, ad un ‘tavolo con le opposizioni’ sul salario minimo, mentre con l’altra mano, coi fatti, affossano definitivamente la legge in Parlamento”. Lo dice la vice capogruppo del M5S a Montecitorio Vittoria Baldino.

“La discordanza tra parole e fatti sta tutto nel marketing politico di mezza estate: due italiani su tre sono favorevoli all’introduzione del salario minimo, oltre il 60%, anche tra gli elettori di destra, e non potrebbe essere altrimenti visto che sono 3 milioni i lavoratori italiani che guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora e 4,5 milioni gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà pur lavorando -prosegue la deputata M5s-. E allora che fanno? Fingono di aprire al confronto ma è solo un infimo bluff perché la verità è che il loro disegno politico non prevede l’aumento dei salari, ma al contrario la loro compressione come scritto nero su bianco nel documento di economia e finanze dello scorso aprile”.

“E perché questo? Cerco di spiegarlo con le parole del mio collega Emiliano Fenu: circa venticinque anni fa, chi governava ha deciso che occorreva sostituire la svalutazione monetaria, preclusa dal nostro ingresso nell’Euro, con la svalutazione del salario, nella errata convinzione che solo così il nostro paese potesse continuare ad essere competitivo”, prosegue Baldino.

“Questo obiettivo si è raggiunto attraverso la precarizzazione del lavoro che ha portato i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro peggiori e le imprese a licenziare più facilmente nella speranza di minimizzare i costi. Tutto questo, però ha innescato una spirale al ribasso di salari e consumi e un circolo vizioso che ha fatto calare la domanda interna, quindi i consumi, quindi la produzione, quindi lavoro e salari”, dice ancora l’esponente 5 stelle.

“Il risultato è uno dei Paesi europei con la più bassa produttività e con i salari più bassi, ma sicuramente l’unico tra i grandi Paesi europei che ha visto negli ultimi 30 anni i salari diminuire di quasi 2 punti percentuali a fronte di un aumento di oltre il 30% in Paesi come la Germania – aggiunge-. Ma c’è di più e questa cosa che sto per dirvi ha del clamoroso: qualche giorno fa il Governo ha commissionato una ricerca alla Fondazione dei Consulenti del lavoro che giustificasse il suo secco NO al salario minimo, considerato assistenzialismo o roba da URSS da alcuni ministri (sic!). Volete sapere il risultato? Oltre un terzo dei dei 61 principali contratti collettivi nazionali firmati da Cgil, Cisl e Uil prevede salari minimi sotto i 9 euro all’ora, comprensivi peraltro di tredicesima, eventuale quattordicesima e il Tfr”.

“Insomma, lo studio che puntava a dimostrare come un minimo legale sia “inutile e forse dannoso” ai fini del recupero del potere d’acquisto delle buste paga, ha finito per trasformarsi in un boomerang perché ha messo in luce tutta la debolezza della contrattazione collettiva: 22 sui 61 contratti selezionati selezionati, applicati in totale a 2 milioni di lavoratori sono sotto i 9 euro”, prosegue. “Quindi, cari signori e signore del Governo, è inutile che ci prendete in giro con tavoli e tavolini, ritirate subito l’emendamento che cancella il salario minimo e approvate la nostra legge martedì stesso. Noi non veniamo a vedere il vostro bluff, né ci ripestiamo al vostro marketing estivo. È il momento dei fatti, non c’è più tempo da perdere!”, conclude.

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