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Petrolio, +79% costo importazioni Italia primo semestre 2022
A fronte di importazioni aumentate del 13%
ROMA, 04 AGO – Nei primi sei mesi del 2022, il costo che l’Italia ha sostenuto per rifornirsi di greggio dall’estero è salito del 79,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Incremento che non tende a rallentare e che è stato ulteriormente appesantito dall’indebolimento dell’Euro nei confronti del Dollaro Usa. Lo scrive in un comunicato l’Unem (Unione energie per la mobilità), associazione di categoria delle società italiane dei carburanti. Nei primi sei mesi 2022, l’Italia ha importato 30 milioni di tonnellate di petrolio, con un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo 2021. Il primo paese fornitore è stata la Russia, a causa della particolare situazione della raffineria Isab di Priolo Gargallo, nel Siracusano (di proprietà Litasco-Lukoil), che da mesi importa solo petrolio russo, non avendo al momento altre possibilità di approvvigionamento. Al netto di ciò, il peso della Russia sarebbe limitato a pochi punti percentuali. Nel primo semestre sono già 23 i paesi che hanno rifornito di greggio l’Italia. A giugno 2022 i consumi petroliferi sono cresciuti del 3,1% rispetto allo stesso mese del 2021, con una ripresa in particolare per il jetfuel, che però ancora non ha raggiunto i volumi pre-covid. Volumi complessivi in linea (+0,3%) anche se confrontati con giugno 2019 (periodo di pre-pandemia). A giugno 2022 le vendite di carburante (benzina + gasolio + gpl), sono cresciute dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2021. Il confronto risulta positivo anche se confrontato con giugno 2019 (periodo pre-pandemico) con una variazione del +4%.