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**Pd: parte Schlein tra ricerca unità e nettezza posizioni, intesa con Bonaccini**

Di Redazione |

Roma, 12 mar. Ci sono due registri nella giornata che apre l’era Elly Schlein alla guida del Pd. Quello del messaggio esterno alle opposizioni, i potenziali alleati, per far partire un’azione congiunta su alcuni temi, dal salario minimo alla sanità pubblica e difesa della Costituzione. Con il Pd di Schlein che si fa carico di provare ad aggregare su queste “terreni comuni”: “E’ nostra responsabilità andare ad esplorarli”. La costruzione dell’alternativa, insomma. “Stiamo arrivando”, avverte Schlein rivolta alla destra al governo.

E poi c’è un altro registro, quello interno. Che parla di “unità e coerenza”. Ovvero la necessità di tenere insieme l’unità interna con la radicalità delle posizioni. Su migranti, diritti, lavoro, leadership “femminista” e non solo “femminile”: Schlein incalza Giorgia Meloni. E’ l’opposizione “durissima” che la premier si aspettava e che si conferma. Ma anche un’opposizione costruttiva, con critiche e proposte, da “sinistra di governo”, dice Schlein. Un registro che il neo presidente Pd, Stefano Bonaccini, sembra intendere. “E’ tempo di unire”, dice.

Oggi nessuno dei big è intervenuto dal palco. La scena è stata tutta per la nuova segretaria, ovviamente, tra standing ovation e abbracci. Poi c’è l’ex-sfidante, capo della nuova minoranza interna. I due nei giorni scorsi hanno stretto l’intesa che ha visto oggi Bonaccini eletto presidente del partito. Restano tutta una serie di altri nodi da sciogliere sulla gestione del partito, dalla segreteria ai capigruppo. E le chiacchiere tra i dem parlano di tempi non strettissimi, non prima della prossima settimana.

Da come sono stati gestiti i primi giorni post primarie, molto delle decisioni da prendere, potrebbe passare proprio dal confronto diretto tra Schlein e Bonaccini. Del resto, come ha ricordato la stessa segretaria, tra loro c’è già un metodo rodato e una frequentazione consolidata come presidente della regione Emilia Romagna e vicepresidente. “La lealtà, il reciproco rispetto e la fiducia: sono le cose che ci hanno permesso di lavorare bene insieme”, dice la segretaria Pd.

“Con piacere -dice la segreteria- ho proposto all’assemblea che fosse proprio Stefano il presidente. Dobbiamo provare nelle diversità a dare il senso di una linea chiara espressa dalle primarie. Siamo abituati a lavorare nelle diversità’ fra di noi, nessuno sopporterebbe altre divisioni. Intendo costruire una leadership realmente femminista, che si sceglie le persone realmente competenti e non le più leali”.

Tuttavia, all’interno delle due ampie aree che sostengono la segretaria e l’ex-sfidante, non mancano tensioni tra ‘falchi’ e ‘colombe’. Sia nella maggioranza che nella minoranza. Segretaria unitaria in cui entrano anche membri della minoranza o no? Presidenze dei gruppi tutte alla maggioranza o no? Nell’area che ha sostenuto Bonaccini c’è chi spinge per accettare la ‘gestione unitaria’, se questa sarà la proposta di Schlein, e quindi entrare nella segreteria collaborando alla guida politica del Pd. C’è invece chi esorta a tenersi mani libere e mettere tutte le fiches sulla presidenza dei uno dei gruppi tra Camera e Senato.

Serviranno ancora alcuni giorni per definire il tutto. Intanto, un altro fronte aperto dalla segretaria in cui potrebbe trovare sponde, è quello della lotta alle correnti. Di fatto, quelle pre-congressuali sono state scardinate proprio dalle assise dem. Al momento in campo ci sono Schlein, leader del partito e della maggioranza, e Bonaccini, guida della minoranza composita uscita dal congresso. “Non voglio mai più vedere stranezze o cose irregolari sui tesseramenti, capi bastone e caccicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, è la più grande sfida da affrontare insieme, ne va della credibilità del Pd, una cosa su cui non sono disposta a cedere di un millimetro”.

Oggi intanto sono stati definiti, oltre alla presidenza del Pd con Bonaccini, le vicepresidenti. Due donne, entrambe sostenitrici di Schlein. Si tratta della deputata Chiara Gribaudo, ex dell’area dei Giovani Turchi, non ha seguito Matteo Orfini ed altri nel sostegno a Bonaccini. Poi Loredana Capone, presidente del consiglio regionale della Puglia. Inoltre, sempre di area Schlein, anche il nuovo tesoriere: Michele Fina, senatore, classe 1978.

E’ stata votata in assemblea anche la nuova Direzione del Pd. Tra le new entry il ritorno degli ex di Articolo Uno da Alfredo D’Attorre a Maria Cecilia Guerra. Entrano anche le Sardine con Mattia Santori e Jasmine Cristallo. Tra i nomi noti Goffredo Bettini, i sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori e poi Pier Francesco Majorino, Andrea Orlando, Peppe Provenzano, solo per citare alcuni. C’è anche il ritorno di Livia Turco.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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