(Adnkronos Salute) – AbbVie annuncia che l’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha approvato la rimborsabilità in Italia di Skyrizi* (risankizumab, 150 mg, somministrato mediante iniezione sottocutanea), da solo o in associazione con metotrexato (Mtx), per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva in adulti che hanno manifestato una risposta inadeguata o un’intolleranza a uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (Dmards). Questa è la seconda indicazione rimborsata in Italia per risankizumab.
“La malattia psoriasica – spiega Giuseppe Monfrecola, presidente Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse) – è una patologia infiammatoria cronica che, pur avendo come principale e più evidente interessamento la cute e i suoi annessi, può coinvolgere le articolazioni (artrite psoriasica). L’infiammazione articolare è causa di forti dolori, rigidità e affaticamento e provoca marcate limitazioni nei movimenti e nella deambulazione in persone spesso ancora attive nella vita sociale e lavorativa”. Nel corso “degli ultimi decenni – sottolinea lo specialista – la ricerca ha fornito una serie di farmaci mirati a contrastare la cascata infiammatoria a diversi livelli. Ora dermatologi e reumatologi hanno a disposizione una nuova importante opzione terapeutica per poter aiutare i pazienti a controllare le manifestazioni cutanee e articolari dell’artrite psoriasica in modo significativo e duraturo”.
La Commissione europea – si legge in una nota – aveva approvato Skyrizi nell’artrite psoriasica a novembre 2021 grazie ai risultati di due studi clinici di fase 3, KEEPsAKE-1 e KEEPsAKE-2. “La rimborsabilità in Italia di risankizumab anche nell’artrite psoriasica è un importante passo in avanti sia per i medici che per i pazienti – evidenzia Gian Domenico Sebastiani, presidente della Sir (Società italiana di reumatologia) e direttore Uoc Reumatologia Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma – Esiste un evidente bisogno clinico ancora insoddisfatto per i pazienti con tale patologia e i risultati degli studi clinici ci confermano che risankizumab è efficace nel migliorare gli standard di cura sia nei pazienti naïve che in trattamento con farmaci biologici, fornendo ai pazienti e ai loro medici una nuova opzione di trattamento che consente di riprendere le normali attività quotidiane con un impatto positivo sulla qualità della vita e sulla produttività lavorativa”.
L’artrite psoriasica – si ricorda nella nota – è una malattia infiammatoria sistemica eterogenea, con manifestazioni distintive in più domini, comprese le articolazioni e la pelle, e interessa circa il 30% dei pazienti con psoriasi. Il sistema immunitario provoca uno stato infiammatorio che può portare a dolore, affaticamento e rigidità delle articolazioni, oltre a causare lesioni psoriasiche. Nell’artrite psoriasica dermatologo e reumatologo hanno un ruolo chiave nel percorso diagnostico del paziente e nella successiva scelta del trattamento.
“La decisione di Aifa può aiutare i reumatologi e i dermatologi a trattare meglio una patologia che colpisce duramente le persone in età produttiva e che troppo spesso viene scoperta e trattata in ritardo – rimarca Silvia Tonolo, presidente di Anmar (Associazione nazionale malati reumatici) – I pazienti devono sapere che oggi l’artrite psoriasica può essere curata efficacemente e che è possibile per loro una vita decisamente migliore”. Rimarca Valeria Corazza, presidente di Apiafco (Associazione psoriasici amici della Fondazione Corazza): “L’artrite psoriasica può essere molto invalidante per il dolore articolare che genera e di certo impatta sulla vita di tutti i giorni. Questa è una patologia che, se non viene diagnosticata e curata molto precocemente, non darà tregua. Ci auguriamo che questa nuova e promettente opzione terapeutica sia resa presto disponibile dalle diverse regioni in tutta Italia. Una chance in più per migliorare significativamente la qualità di vita di chi soffre di questa malattia”.
Skyrizi è un inibitore selettivo dell’interleuchina-23 (IL-23), che blocca selettivamente l’IL-23 legandosi alla sua subunità p19. Si ritiene che l’IL-23, una citochina coinvolta nei processi infiammatori, sia correlata a diverse malattie croniche immunomediate, inclusa la psoriasi. Sono tuttora in corso trial di fase 3 con Skyrizi nella psoriasi, nella malattia di Crohn, nella colite ulcerosa e nell’artrite psoriasica. La terapia nasce da una collaborazione tra la tedesca Boehringer Ingelheim e l’americana AbbVie; quest’ultima si occuperà dello sviluppo e della commercializzazione di risankizumab a livello globale.