Ultimi aggiornamenti
L’osservatorio innovazione di Motore Sanità presenta le proposte per i primi 100 giorni della nuova legislatura
(Roma, 17 novembre 2022) – Oncologia, ambiente, tumori rari e personale infermieristico tra i temi dibattuti per riformare la sanità pubblica
“L’iniziativa dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità è quanto mai opportuna in questi momenti di grande cambiamento, che riguardano il mondo della sanità e l’inizio degli impegni della nuova legislatura: obiettivo mettere in evidenza le proposte che il lavoro di professionisti, esperti, rappresentanti dei pazienti, del mondo della ricerca, dell’industria, della scienza e dei decisori politici hanno formulato nel corso degli approfondimenti organizzati da Motore Sanità”, precisa Walter Locatelli, Presidente “Io Raro”. “In quest’ottica è risultato centrale il ruolo dei professionisti della sanità, perché nessuna proposta o ipotesi di lavoro può essere concretamente perseguita senza un apporto e un’attiva partecipazione di chi concretamente opera a favore della salute e del benessere di tutti i cittadini”.
1. Evitare il sottofinanziamento del SSN – Nel 2025 il fabbisogno del SSN sarà di ben 200 miliardi di €. Una cifra “enorme”, che si potrà recuperare solo con l’incremento della quota di spesa privata intermediata da fondi integrativi, un piano di disinvestimento dagli sprechi e un’adeguata ripresa del finanziamento pubblico.
2. Programmare adeguatamente il fabbisogno futuro degli operatori sanitari – Eliminare il tetto -1,4% del budget 2014 per il personale sanitario. Fare una programmazione regionale in rapporto alle carenze mediche e infermieristiche e altri operatori sanitari. Motivare e pagare meglio gli operatori sanitari. Attuare nuovi modelli organizzativi che valorizzino capacità e nuove competenze infermieristiche e nuovi modelli organizzativi con l’evoluzione della tecnologia e sanità digitale (innovazione tecnologica organizzativa, IA, etc..).
3. Revisione della governance sul rapporto di convenzione coi medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta – Formare la medicina generale con il coinvolgimento delle Università, istituendo una vera e propria specialità in medicina generale.
4. Assicurare l’accesso all’innovazione economica e omogeneamente in tutte le regioni- Ridurre la burocrazia e le prassi valutative di duplicazione a livello regionale (es°: eliminare prontuari terapeutici regionali e commissioni di valutazione regionale per un accesso immediato al farmaco innovativo). Riorganizzare AIFA per allargarne le competenze e velocizzare l’accesso all’innovazione.
5. Integrare le farmacie dei servizi all’interno dei piani regionali come attori chiave del sistema – Autorizzare la libera professione degli infermieri del SSN perché possano svolgere anche attività nelle farmacie di servizio. Incentivare il ruolo della farmacia dei servizi nel monitoraggio dell’aderenza e dell’appropriatezza soprattutto nella gestione della cronicità.
6. Ridurre i tempi di attesa – Studiare nuovi modelli per l’acceso (open access, terzo ospedale per gli interventi chirurgici minori, nuovi modelli vaccinali, etc..).
7. Studiare nuovi modelli organizzativi al di là delle indispensabili necessità di personale e fondi – Rivedere e valutare: carenze, modelli, programmi, innovazione organizzativa.
8. Maggior attenzione verso le istituzioni sanitarie no profit e/o le cattoliche – Sono l’8,5% delle strutture di ricovero accreditate e rappresentano il 23% dei posti letto totali. 78.000 professionisti che vi lavorano. Per le Strutture cattoliche in profonda crisi economica il Papa ha istituito nel 2021 la Fondazione per la Sanità Cattolica. Necessaria una soluzione che le equipari alle strutture pubbliche con un accordo equilibrato.
9. Applicare il Piano Nazionale Prevenzione con azioni anche verso le malattie correlate all’ambiente.
10.Pubblicare l’ultimo decreto attuativo della legge Gelli-Bianco e depenalizzare l’atto medico – Sburocratizzare e snellire: ogni anno in Italia 35.600 nuove azioni legali e ne giacciono 300.000 nei tribunali contro medici e strutture sanitarie → 95% nel penale e 70% nel civile si conclude con il proscioglimento.
A proposito della necessità di tracciare una mappa delle urgenze che la nuova legislatura dovrà affrontare, Francesco Schittulli, Presidente nazionale LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), ha dichiarato: “Questa giornata è un’importante occasione di confronto per riflettere sui punti deboli dell’attuale SSN e delinearne quindi un nuovo corso. Un corso nuovo che abbia tra le sue priorità la formazione dei professionisti sanitari e degli operatori sanitari, affinché possano rispondere in modo efficace alle crescenti esigenze della comunità, e una particolare attenzione alla “trascurata” pandemia cancro, con la speranza che il nuovo Governo possa maggiormente investire nella corretta informazione e nella cultura della prevenzione, prendendosi così cura della persona”.
Anche la FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) ha fatto sentire la sua voce, nella persona di Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI Nazionale: “La FNOPI è certa che con la competenza e sensibilità dimostrate dal nuovo Ministro, il Governo possa dare attenzione alle proposte avanzate già nel corso della passata legislatura nell’interesse degli assistiti. Tra le priorità: l’inserimento all’interno dei nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza) della branca specialistica assistenziale per dare uniformità di prestazioni a livello regionale e nazionale, con l’istituzione delle competenze specialistiche. La formazione infermieristica deve essere poi meglio valorizzata in tutti gli atenei, con l’istituzione di lauree magistrali a indirizzo clinico e scuole di specializzazione, al fine di rendere la professione sempre più linea con le complessità dei sistemi sanitari globali. Il nuovo Governo è chiamato inoltre a impegnarsi per risolvere l’annoso problema dell’attrattività, a partire dalla valorizzazione economica della professione infermieristica italiana, oggi agli ultimi posti per le retribuzioni in Europa. Situazione che, unita alle scarse possibilità di carriera, rende poco attrattiva la professione, con il rischio di sempre meno iscrizioni all’università. Per poter studiare ed elaborare assieme i percorsi migliori per raggiungere questi obiettivi, il dialogo dovrà essere da subito ampio e partecipato, con tutti i Dicasteri”.
E poi c’è il tema dell’ambiente, discusso da Alessandro Miani, Presidente SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale): “Nonostante i livelli essenziali di assistenza (LEA) prevedano espressamente che il Sistema Sanitario debba interessarsi della “Tutela della salute dai fattori di rischio ambientali” attraverso la “promozione di progetti/programmi di miglioramento dell’ambiente e di riduzione dell’impatto sulla salute” – ha detto Miani –, dobbiamo ammettere che poco o nulla si muove nel concreto sui territori in questa direzione e in genere le ASL (Azienda Sanitaria Locale) e le ARPA (Azienda Regionale per la Protezione dell’Ambiente) non riescono a integrarsi operativamente. ln attesa di capire se avrà l’impatto auspicato il neonato Sistema Nazionale di Prevenzione “Salute, Ambiente e Clima” (SNPS) – finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) senza tuttavia prevedere un’agenzia nazionale analoga a quel che è ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel settore ambientale -, SIMA è qui come società scientifica per stimolare il nuovo Governo a integrare la Missione 6 del PNRR con un programma di verifica e rilettura sanitaria dei dati ambientali, rivolgendo il proprio appello ai neo-Ministri Onorevole Fitto e Professor Schillaci”.
Per visionare le interviste, clicca ai seguenti link:
Ufficio stampa Motore Sanità
comunicazione@motoresanita.it
Laura Avalle – Cell. 320 0981950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA