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L’alluce valgo, la famosa “cipolla del piede” spiegata dal Dottor Norberto Confalonieri

Di Redazione |

Cause, cure e trattamenti illustrati dal chirurgo ortopedico Norberto Confalonieri: le risposte ai pazienti che soffrono per questa deformazione del piede e non possono più indossare le scarpe a punta e con i tacchi

Milano, 21 Ottobre 2022. Iniziamo col dire che l’alluce valgo non è una patologia, ma un sintomo. “Per essere precisi, è una deformità della parte anteriore del piede, conseguenza di una deviazione dell’alluce verso le altre dita, verso l’esterno, con relativo spostamento del metatarsale all’interno. Questo causa una serie di deformazioni di tutto l’avampiede, in relazione alla gravità ed al tempo intercorso dall’inizio del problema. Inoltre, la borsa della testa del 1° metatarsale deforme, con l’attrito delle calzature, si infiamma e si ingrossa, causando la cosiddetta “cipolla”, un’infiammazione, a volte, molto dolorosa che tende a peggiorare” – spiega Norberto Confalonieri, recente Past President dell’Associazione Scientifica Internazionale di Chirurgia Computer e Robot Assistita (CAOS International) e leader mondiale nel campo della ricostruzione compartimentale del ginocchio con protesi mininvasive.

La causa che determina l’alluce valgo è un deficit posturale di tutto l’apparato locomotore degli arti inferiori, congenito, con tendenza al piattismo dei piedi, al valgismo delle ginocchia e del collo del femore.

“A questo, si aggiungono fattori estrinseci, quali l’utilizzo di calzature non adatte o la corsa in modo fisiologico. A soffrirne maggiormente è la popolazione di sesso femminile, con un rapporto di 15:1 sugli uomini. Secondo gli ultimi dati, in Italia circa il 40% delle donne è affetto da alluce valgo. Può insorgere a qualsiasi età, ma è intorno ai 40/50 anni che si registra il picco maggiore” – analizza Confalonieri.

Trattamento e cure

Fondamentale è la prevenzione. Nelle fasi iniziali, l’indagine deve essere indirizzata alla postura, con un esame baropodometrico, clinico e radiografico degli arti inferiori, per una terapia correttiva basata sulla ginnastica posturale, ortesi o plantari, scarpe adeguate.

“Un consiglio utile è di evitare attività che costringono a stare in piedi per lunghi periodi di tempo, senza plantari o ortesi correttive. Poi utilizzare scarpe comode con pianta larga, tacco basso, forti rigidi (il bordo posteriore della scarpa), plantare per supporto della volta plantare e della volta trasversale” – consiglia il Dottor Norberto Confalonieri.

In fase di trattamento, utile è la fisioterapia, che può ridurre i sintomi, ma anche farmaci antinfiammatori e antidolorifici, che attenuano dolore e infiammazione, e qualche dispositivo rigido correttivo, da indossare durante la notte.

“Quando la deformità è strutturata e dolente, bisogna ricorrere all’intervento chirurgico, per il quale, ovviamente, è opportuno chiedere consiglio ad un medico specialista” – conclude Confalonieri.

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