Iran: De Girolamo, ‘parlamento condanni chi uccide diritti’

Di Redazione / 14 Dicembre 2022

Roma, 14 dic. “Il Governo italiano ha espresso una posizione già chiara, ma credo che sarebbe importante che anche un’iniziativa parlamentare di ferma condanna del regime iraniano possa essere condivisa da tutti i gruppi parlamentari delle due Camere”. Lo scrive Nunzia De Girolamo in una lettera rivolta ai presidenti di Camera e Senato e pubblicata da Libero, nella quale auspica che “i gruppi di diverso colore politico”, che compongono il parlamento, prendano “un’iniziativa che lascia il segno: abbandonare ogni divisione ed esprimere un sostegno unitario alla resistenza del popolo iraniano. Un sostegno unitario che farebbe rumore e darebbe forza e voce ad una grande battaglia di civiltà prima ancora che politica. Una battaglia che unirebbe l’intero popolo italiano sotto un’unica bandiera: la libertà”.

Nel suo appello, l’ex ministra dell’Agricoltura ricorda che “da una donna è partita questa incredibile rivolta di popolo che non si ferma davanti alla paura, alla repressione e agli omicidi di stato. Una ragazza qualunque, Mahsa Amini, arrestata perché indossava in maniera scorretta il velo islamico e uscita cadavere da una stazione di polizia, ha infiammato una grande solidarietà prima di tutto femminile, che poi si è estesa ad un intero popolo”. Ed esprime “disagio e tristezza per la morte del ragazzo iraniano, Majidreza Rahnavard, impiccato pubblicamente ieri mattina. Aveva solo 23 anni e tutta la vita davanti. Ora è solo un corpo che il regime dittatoriale di Teheran ha dato in pasto alla pubblica opinione perché fosse un monito per tutti. È il secondo manifestante giustiziato per aver partecipato alle proteste”.

“La lotta di quelle donne, di quei giovani – scrive la De Girolamo – è da tre mesi una marcia dolorosa in difesa di diritti che per noi sono già conquistati e, permettetemi, che a volte sembrano anche così scontati. Forse molti tendono all’indifferenza o magari alla retorica pensando a quel che accade in un paese lontano come l’Iran, ma credo che specialmente noi donne italiane dovremmo riconoscere proprio quel coraggio femminile che in Iran ha detto no all’ingiustizia e all’oppressione. Per trarne esempio, per non dare per scontati i nostri diritti e le nostre libertà. La protesta degli iraniani è la più alta forma di altruismo, quello di chi mette in gioco la propria vita per un diritto collettivo, per un anelito di libertà. Una resistenza che insegna tanto a tutti noi, cittadine e cittadini e che può spingere anche chi ha ruoli di responsabilità istituzionale e il Parlamento che ci rappresenta tutti, a fare di più”.

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