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Elezioni, Calvani (Vva debt and grant): “Nuovo governo rispetti impegni assunti”

Di Redazione |

Roma, 26 ago. (Labitalia) – “L’auspicio è che il nuovo governo si dimostri capace di raccogliere l’eredità del precedente esecutivo, rispettando gli impegni già assunti e fornendo al contempo nuove e tempestive soluzioni alle criticità più impellenti dell’attuale scenario politico ed economico a livello nazionale e globale”. Lo dichiara all’Adnkronos/Labitalia Claudio Calvani, ceo e fondatore di Vva debt and grant, società leader nella consulenza per la finanza strutturata agevolata protagonista di alcune delle principali operazioni con strumenti alternativi al canale tradizionale sempre con provviste / mitigant pubblici, come i basket bond promossi da regioni e Cdp. “Una parte importante – spiega – di questa eredità è rappresentata dal Pnrr, che tra i suoi obiettivi include la transizione digitale/ecologica e l’internazionalizzazione delle imprese, la formazione dei lavoratori e il conseguimento di una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale, l’incentivo alle assunzioni attraverso misure di decontribuzione per i datori di lavoro e la lotta al lavoro sommerso: tutte tematiche su cui il nuovo esecutivo dovrà continuare a lavorare assiduamente per supportare il mondo del lavoro e delle imprese”. “Il primo anno di operatività del Piano – osserva – ha evidenziato alcuni margini di miglioramento nella sua implementazione; ad esempio, sull’efficacia delle procedure attuative hanno pesato l’eccessiva burocrazia nell’emissione dei bandi e i tempi troppo lunghi per l’esito dei medesimi, che contrastano con il dinamismo operativo tipico delle imprese costringendole a procrastinare o addirittura rinunciare a investimenti coerenti con gli obiettivi del Pnrr, finendo paradossalmente per ostacolarne il conseguimento”. “Inoltre – aggiunge – finora l’implementazione del Piano ha riguardato soprattutto il rifinanziamento di misure già esistenti, frutto della collaborazione tra i Ministeri e vari soggetti gestori (Sace, Cdp, Invitalia, ecc.), rivisitate marginalmente alla luce delle tematiche (soprattutto a sfondo green) che ispirano il Pnrr”. Per Calvani “tale fattispecie non costituisce di per sé un aspetto negativo, ma d’altro canto palesa due necessità: da un lato che tale ‘contaminazione’ non finisca per complicare eccessivamente la fruibilità di queste misure, già abbastanza condizionate da perimetri normativi stringenti, dall’altro che i fondi ancora inediti dedicati alla sostenibilità e alla vera e propria transizione, già da tempo annunciati, vedano finalmente davvero la luce”. “Il Pnrr – fa notare – nasce per contrastare gli effetti della pandemia da Covid 19 sull’economia, ma in parallelo il nuovo Governo dovrà affrontare una situazione ulteriormente compromessa dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino. L’esecutivo uscente ha già predisposto alcuni strumenti di ristoro per le imprese, alcuni già in funzione (credito d’imposta per l’acquisto di energia e gas, garanzie dedicate di Sace e Mediocredito Centrale, ecc.), altri in rampa di lancio. Tuttavia in alcuni casi si richiede alle imprese, a fronte dell’erogazione delle risorse, di investirle su specifiche voci di spesa potenzialmente distanti (per tipologia o tempi previsti di sostenimento) dalle loro esigenze più immediate”. “È il caso ad esempio – spiega – delle nuove linee di finanziamento per le imprese più colpite dal conflitto introdotte da Simest: la logica di tali misure è comunque ben chiara e coerente con la mission del Fondo 394/81 per il sostengo all’internazionalizzazione da cui attingono le risorse, favorendo anche gli investimenti per la ricerca di nuovi mercati di sbocco o di approvvigionamento alternativi a quelli direttamente coinvolti dal conflitto, ma dal punto di vista delle imprese sarebbe stato probabilmente preferibile che almeno una delle due linee lasciasse campo libero all’impiego delle risorse, sulle orme dello strumento di sostegno alla patrimonializzazione varato tempo fa dalla stessa Simest”. “In tal senso – sottolinea Calvani – ci si aspetta maggiore libertà sulla destinazione delle risorse che saranno erogate alle pmi più colpite dalla guerra, sotto forma di contributo a fondo perduto, da un nuovo Fondo Mise, già annunciato dal governo Draghi e il cui varo sarà presumibilmente appannaggio del nuovo esecutivo, a cui si domanda altresì la tempestiva implementazione di ulteriori misure atte a minimizzare gli effetti sulla nostra economia di quella che sembrava dover essere una guerra lampo e che invece minaccia di trascinarsi ancora a lungo”. Per Calvani, “in una situazione così particolare sul piano economico, sanitario e politico a livello internazionale, il concetto di ‘ordinaria amministrazione’ deve essere interpretato in maniera più estensiva rispetto a quanto costituisce normalmente prassi nell’avvicendamento tra l’esecutivo uscente e il subentrante in contesti meno condizionati dalla presenza di stati di emergenza”. “Il quadro attuale – avverte – non permette infatti tentennamenti o ritardi, che rischierebbero di vanificare l’incredibile resilienza delle nostre imprese testimoniata da un aumento del pil tanto positivo quanto inatteso a fine 2021 e nella prima metà del 2022, in grado di assorbire la frenata causata dal Covid”. “Oltre all’adozione – spiega – di eventuali provvedimenti imposti da ‘necessità e urgenza’, tra gli affari correnti di cui il governo Draghi deve occuparsi rientrano quindi anche le riforme e la definizione degli investimenti previsti dal Pnrr, azioni che – in quanto attuative e non più di indirizzo – rientrano nel perimetro dell’ordinaria amministrazione. Il ‘passaggio del testimone’ tra i due esecutivi non deve gravare sull’attuazione del nostro recovery plan, che vincola l’Italia al raggiungimento di determinati milestone e target necessari per sbloccare le risorse europee stanziate dall’Ue per l’Italia nell’ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, di cui il nostro Paese risulta il principale beneficiario in valore assoluto: nello specifico, nel breve termine occorre centrare 55 obiettivi entro dicembre 2022 per ricevere la terza rata da 19 miliardi di euro”. “Entrambi i governi – afferma – nei rispettivi periodi in carica, dovranno poi lavorare per contenere gli impatti negativi sulla nostra economia causati dalla situazione di instabilità politica interna, a cui va addebitato un aumento dello spread che, alzando il livello dei tassi di interesse oltre quanto già imposto dalla Bce (in attesa di ulteriori rialzi) in risposta all’inflazione, comprime la crescita economica riducendo ulteriormente la capacità di prendere a prestito e di investimento/consumo di imprese e cittadini”. “Il periodo in cui – commenta – è maturata la crisi di governo e i necessari tempi di insediamento del nuovo esecutivo generano poi una certa apprensione sul rischio che entro il termine perentorio di fine anno non si riesca ad approvare la legge di bilancio 2023, facendo scattare ‘l’esercizio provvisorio'”. “Il nuovo esecutivo – suggerisce Calvani – dovrà lavorare in tempi stretti per scongiurare tale rischio e proporre una legge di bilancio che, nella sua versione finale e qualunque sia il percorso che conduca al suo concepimento, sappia fornire soluzioni ponderate alle questioni più urgenti (pandemia, guerra, rincari energetici, sfida ambientale, fisco, inflazione, rischio – ancora lontano – di recessione, ecc.) con misure tempestive, efficaci e facilmente fruibili, ispirate ad un principio di semplificazione burocratica, contenutistica e realizzativa”.

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