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Dott. Filippo Cardillo, la medicina rigenerativa e’ il futuro delle articolazioni

Di Redazione |

Boltiere (BG) 02/02/2023. Il Dottor Filippo Cardillo, luminare della chirurgia protesica, è massima espressione della tecnica chirurgica mininvasiva protesica dell’anca, del ginocchio e della spalla.

Conosciamo grazie a lui la medicina rigenerativa, partendo dall’acido ialuronico, passando dalle cellule piastriniche, sino ad arrivare alle cellule mesenchimali .

Ma cos’è la medicina rigenerativa?

La Medicina rigenerativa è una nuova branca della medicina che, invece di trattare i sintomi di una malattia, mira a sostituire o ricostruire i tessuti, le cellule e gli organi “stimolando” le capacità di riparazione e/o di rigenerazione. La medicina rigenerativa utilizza la biologia molecolare e la ricerca relativa alle linee cellulari utili per la rigenerazione (cellule staminali, cellule mononucleate, piastrine etc.) con l’obiettivo di curare in modo efficace i tessuti e gli organi impossibili da riparare con le terapie “tradizionali”. Cellule staminali

Importante sottolineare che non esiste un solo tipo di “terapia rigenerativa” ma che, viceversa, esistono diversi “cocktail” cellulari dipendenti dalla sede del prelievo e con diverse percentuali delle varie linee cellulari utili a stimolare la rigenerazione il cui utilizzo non è sempre alternativo ma deve essere valutato nel singolo caso in relazione alla patologia da trattare ed alle caratteristiche del paziente.

La medicina rigenerativa è quindi il futuro, la scelta necessaria per non arrivare all’intervento chirurgico protesico.

Si è iniziato con l’acido ialuronico a basso peso molecolare 750000 dalton, con un maggiore potere di penetrazione, fino ad arrivare a 3000000 di Dalton, con una maggiore durata di nutrimento.

In evoluzione all’acido ialuronico dunque vi possono essere le PRP -Plasma Ricco di Piastrine-.

“Evoluzione importantissima della medicina. Grazie alla capacità di riproduzione dal nostro sangue,- afferma il dottore Filippo Cardillo- iniettiamo nostre cellule nelle zone di sofferenza. Utilizziamo il plasma ricco di piastrine, estraendolo dal nostro sangue e mettendolo in una speciale provetta che andremo a centrifugare, separando così la fibrina, necessaria per il processo riparatore delle articolazione e dei tessuti Osteomuscolotendinei.

il PRP è quindi un potente concentrato di fattori di crescita, una risposta antinfiammatoria necessaria per la riparazione e rigenerazione dei Tessuti”.

Ma quali proprietà hanno le cellule staminali mesenchimali?

Qui entriamo nel vivo della medicina rigenerativa. “Tramite cannule –spiega Cardillo- si preleva il grasso a livello addominale, estraendo la parte della cellula mesenchimale. Dopo averlo messo in provetta, attraverso manovre di frizioni si scindono e si estraggono le cellule staminali di tipo mesenchimali. Una volta ottenuto il concentrato di cellule staminali mesenchimali, si inoculano nelle articolazioni interessate, creando una esplosione di nuovi tessuti di riparazione e nuovi tessuti di rigenerazione. È questa la medicina futura, ovvero una rigenerazione di tessuto autologo, staminale mesenchimale, idoneo a sostituire e a prevenire i comuni interventi chirurgici di protesi articolare”.

Ma quando è importante intervenire con queste tecniche per evitare in futuro di arrivare alla protesi?

Il primo input deve essere la sintomatologia dolorosa o il blocco articolare.

“Non aspettiamo di intervenire, pensando che il dolore passi da solo – evidenzia Filippo Cardillo-. Evitiamo piuttosto che la cartilagine del nostro organismo vada in sofferenza. Cominciamo con piccole infiltrazioni di acido ialuronico, per poi arrivare eventualmente nella fase successiva anche al trattamento rigenerativo con le PRP. E se poi vogliamo avere una risposta esplosiva rigenerativa utilizzeremo le cellule mesenchimali. Gli studi e la letteratura mondiale parlano di risultati eccellenti, sempre in evoluzione”.

In un futuro prossimo dunque, con questi trattamenti, si spera di riuscire a bloccare la degenerazione articolare e di poter trattare l’artrosi non più con innesto di protesi ma ridando una nuova superficie cartilaginea alla articolazione degenerata o danneggiata.

Attualmente quindi le cellule mesenchimali rappresentano una fonte importante per la rigenerazione della cartilagine, di tessuti connettivi e del tessuto osseo; in merito a quest’ultimo, l’orizzonte della ricerca scientifica prevede l’elaborazione di nuovi impianti che possano implementare e massimizzare la velocità di riproduzione delle cellule, ovvero, in termini meno “tecnici”, accelerare il processo di guarigione di una lesione specifica

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