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Colombia: due giornalisti uccisi in un agguato nel nord
E' il terzo paese più pericoloso per la stampa in America Latina
BOGOTA, 29 AGO – Due giornalisti sono stati uccisi nel nord della Colombia a colpi di arma da fuoco da assalitori a bordo di una moto. Lo ha reso noto la polizia. Le vittime lavoravano per il sito Sol Digital, nella città di Fundacion, e sono stati identificati come Leiner Montero Ortega, 37 anni, e Dilia Contreras Cantillo, 39 anni. L’agguato è avvenuto mentre tornavano da un servizio su una festa popolare nei Caraibi colombiani. La polizia ritiene che l’agguato sia nato dopo un alterco durante la festa che i giornalisti stavano seguendo, a Santa Rosa de Lima. Ma la Free Press Foundation ha esortato gli inquirenti a “prendere in considerazione il lavoro di Leiner e Dilia come giornalisti” che indagavano sul crimine. E la regione di Fundacion è considerata particolarmente a rischio per i livelli di violenza, povertà, criminalità e debolezza delle istituzioni. L’anno scorso, secondo i dati della fondazione, 768 giornalisti in Colombia hanno subito un qualche tipo di violenza. Da quando nel 2016 è stato firmato un accordo di pace con i ribelli delle Farc, dieci giornalisti sono stati uccisi, facendo della Colombia il terzo Paese dell’America Latina più pericoloso per i giornalisti dopo Venezuela e Messico, secondo Reporter senza frontiere. Nel caso dei due giornalisti uccisi a Santa Rosa, il colonnello Andrés Serna, comandante della Polizia del Magdalena, ha riferito che “a quanto pare c’è stato un atto di intolleranza, su cui si sta indagando in questo momento” e che potrebbe spiegare il duplice omicidio. La Fondazione per la libertà di stampa (Flip) ha chiesto a Polizia e Procura “di chiarire le circostanze di tempo, modo e luogo”, del crimine. La Fondazione, che si occupa di denunciare gli attacchi alla stampa locale, ha rivelato in un recente rapporto che dall’1 gennaio al 20 maggio 2022 sono state segnalate minacce a 97 organi di stampa e giornalisti della Colombia. Inoltre, secondo la Flip, nel periodo di tempo preso in considerazione si è trattato di una minaccia contro la stampa locale ogni 36 ore. Una buona parte di queste intimidazioni, si è infine appreso, miravano a far sì che i giornalisti e i loro media rimuovessero articoli correlati con indagini e denunce di corruzione.