Roma, 30 nov. La terribile fine di Davide Rebellin fa riemergere l’eterna questione della sicurezza in strada per i ciclisti: perché “quando si tratta di un campione, uno conosciuto, la sua morte fa ancora più rumore. Riemerge questo pericolo per il ciclista in strada, nel traffico”. Lo dice all’Adnkronos il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni, che annuncia un comunicato ufficiale Fci a breve.
“Noi come federazione insistiamo sulla sicurezza, ma devono comprendere a livello governativo. E’ un problema per allevare nuovi talenti? Noi stiamo spingendo sulle amministrazioni locali per impianti protetti e sicuri, e anche per ciclabili vere e non ciclopedonali. Bisognerebbe copiare la cultura dei paesi scandinavi dove la bici è super rispettata. Bisogna investire su queste strutture. E poi gli impianti sono anche strumenti di aggregazione”.