Milano, 19/10/2022 – Carovita e inflazione non danno tregua alle famiglie italiane, sempre più in affanno a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi.
Secondo i dati pubblicati dall’Eurostat, a spingere l’inflazione verso l’alto sono gli elevati costi di cibo ed energia. A settembre, i prezzi dell’energia hanno registrato il tasso annuo maggiormente elevato (40.8%) ben il 2.2% in più rispetto ai numeri fatti registrare ad agosto (38.6).
All’aumento del costo della vita ha inoltre contribuito l’incremento di prodotti come alcolici e sigarette (11.8%), un vero salasso per i tabagisti e amanti di uva e luppolo.
In ultimo, l’ascesa dei costi dei beni industriali non energetici (5.6%), + 0.5% rispetto alle percentuali registrate in agosto (5.1%).
Stando ai calcoli dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), nell’anno 2022 una famiglia tipo italiana spenderà all’incirca 1.320€ di luce. Un dato allarmante, se si pensa che nel 2021 la stima si attestava sui 632€ a famiglia.
Giungono brutte notizie pure riguardo il gas: per novembre il prezzo del mercato tutelato dovrebbe salire fino a 1.96€ a metro cubo, contro gli 1.14€ del mese di luglio. I fornitori potranno ancora utilizzare quest’ultima stima per i consumi del mese di ottobre, poi agli inizi di novembre verrà applicato il costo ufficiale e di conseguenza avverrà un ricalcolo dei conguagli.
Alla luce dei dati attuali, pensare ad un notevole aumento dei morosi appare più che corretto. Nel 2021, secondo i dati pubblicati da Arera, le persone interessate da morosità erano circa 117.000: ora le previsioni indicano di numeri quasi raddoppiati.
Non bastano ancora gli aiuti stanziati dal governo, rivolti a chi ha un ISEE che non supera i 12.000€ e alle famiglie svantaggiate. Sono oltre 3 milioni quelle che percepiscono il bonus sociale governativo. Aiuti che non rappresentano una soluzione definitiva, dato che molte di quest’ultime sono subissate da debiti con banche e finanziarie contratti in precedenza.
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Una forma di sostegno fondamentale in questo particolare periodo di crisi dove insoluti e conseguenti pignoramenti continuano ad aumentare, specialmente nelle grandi città italiane dove il costo degli affitti continua a crescere. Basti pensare che nella città di Milano gli affitti medi mensili si attestano sui 1.320€, a Roma sui 950€.
Tra marzo – agosto 2022, gli aumenti maggiori si sono registrati a Bologna (+15.5%), Milano (+12.6%) e Venezia (+12.3%).
Numeri allarmanti, specialmente nella città delle “Due Torri”, dove qualche giorno fa è diventato virale sui social un annuncio che proponeva un posto sul divano in salotto alla “modica” cifra di 350€.
Sarebbero oltre 150.000 le famiglie che corrono il rischio di finire in strada, mentre oltre 650.000 sperano in una casa popolare.
Non va meglio agli universitari delle metropoli italiane. A Milano per una stanza singola il prezzo può arrivare fino a 700€. Un incremento del +20% stando ai dati pubblicati da Immobiliare.it.
Nel frattempo, l’Europa ha iniziato a mobilitarsi riducendo il più possibile la spesa energetica. Il governo francese ha chiesto una mobilitazione generale ai cittadini al fine di ridurre i consumi del 10% nei prossimi 2 anni e diminuire la dipendenza energetica dai paesi esteri. Anche in Germania i funzionari tedeschi hanno chiesto ai cittadini di adottare comportamenti virtuosi per risparmiare energia in attesa delle gelate invernali. L’Italia seguirà la falsariga dei cugini francesi e della Germania? Sarà in grado di adottare una strategia condivisa e in grado di portare risultati virtuosi sul lungo periodo?
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