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Cancro all’endometrio: passi da gigante nel trattamento, grazie agli avanzamenti nella diagnostica molecolare

Di Redazione |

Petra De Zanet, Presidente Acto Triveneto: “L’immunoterapia è un grande traguardo per le donne che fino ad ora, purtroppo, non avevano speranze per quanto riguarda il tumore dell’endometrio”.

Padova, 25 ottobre 2022 – Un importante e recentissimo sviluppo sul funzionamento del sistema immunitario nel paziente oncologico si è avuto con l’approvazione, da parte di FDA ed EMA, della prima monoterapia anti-PD-1 da utilizzare nel carcinoma endometriale ricorrente o avanzato nelle pazienti con tumori MSI-mutati in progressione, durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.

Il cancro dell’endometrio, che si forma nel rivestimento interno dell’utero, è tra i più frequenti tumori femminili (5/6% di tutti i tumori femminili e terza neoplasia più frequente nelle donne tra i 50/70 anni).

In Italia le stime indicano attualmente 122.600 donne che vivono dopo una diagnosi di carcinoma dell’endometrio, e una mortalità stimata per il 2021 di 3.100 decessi. Tutto ciò, nonostante la sopravvivenza a 5 anni sia passata dal 77% nel 2017 al 79% nel 2020.

Così Valentina Guarneri, Professore Ordinario, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica, Università di Padova: “Tra le neoplasie ginecologiche il carcinoma endometriale sta mantenendo un trend in aumento come incidenza. Per anni le opzioni terapeutiche hanno visto la chemioterapia a base di platino in prima linea, senza uno standard come trattamento di seconda linea. Lo scenario sta drasticamente cambiando grazie agli avanzamenti nella diagnostica molecolare, che oggi permettono di individuare sottotipi a prognosi diversa e per i quali si prospettano opportunità terapeutiche diverse. Il corretto inquadramento prognostico consente, infatti, di massimizzare il beneficio terapeutico per i pazienti a rischio intermedio alto, e di ridurre l’esposizione al rischio di effetti collaterali i pazienti a basso rischio. Anche per quanto riguarda il trattamento della malattia in fase avanzata l’individuazione di target molecolari ha portato importanti miglioramenti nello scenario terapeutico. In particolare è possibile oggi individuare pazienti che possono beneficiare dell’immunoterapia. Abbiamo oggi un inibitore dei check point immunitari in regime di rimborsabilità per i pazienti con instabilità microsatellitare/deficit del mismatch repair come trattamento di seconda linea. Questa strategia è attualmente in studio anche come trattamento di prima linea. Ci sono poi studi di combinazione volti ad ampliare la proporzione di pazienti che possano beneficiare dell’immunoterapia attraverso strategie di combinazione volte ad aumentare l’immunogenicità tumorale”.

Per Sonia Brescacin, Presidente V Commissione Consiglio Regionale del Veneto: “È indubbio che, a fronte di numeri importanti in relazione alle persone che ogni anno vengono colpite da tumore, è necessario compiere ogni sforzo possibile per sostenere la ricerca scientifica, ma anche per garantire le migliori cure possibili. Proprio in quest’ottica mi preme ricordare che in Veneto, più di 8 anni fa, si è sviluppata la Rete Oncologica Veneta, volta a garantire su tutto il territorio l’eccellenza delle cure e le stesse possibilità d’accesso ad ogni cittadino veneto che ne abbia bisogno, ma anche orientata a sostenere il lavoro di ricerca clinica, l’utilizzo di macchinari all’avanguardia e medicinali di ultimissima generazione”.

Soddisfatta Petra De Zanet, Presidente Acto Triveneto: “L’immunoterapia è un grande traguardo per le donne che fino ad ora purtroppo, non avevano speranza per quanto riguarda il tumore dell’endometrio. Come Associazione ci mettiamo in campo aiutando queste donne che si trovano immerse in questa sfortunata patologia, cercando di star loro vicino e indirizzandole verso i centri d’eccellenza. Centri d’eccellenza che fanno la differenza per queste donne anche attraverso queste terapie innovative”.

Ufficio stampa Motore Sanità

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