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Borsa: Milano debole con le banche e Tim, bene Inwit

Pesa crollo First Republic. Tiene Enel, scivola la Juventus

Di Redazione |

MILANO, 25 APR – Seduta negativa per la Borsa di Milano, aperta nel giorno festivo della Liberazione come consuetudine insieme a tutti gli altri mercati: l’indice Ftse Mib ha concluso in ribasso dell’1,03% a 27.253 punti, l’Ftse All share in ribasso dell’1% netto a quota 29.412. Piazza Affari ha pagato come quasi tutte le Borse europee il crollo di First Republic a Wall Street dopo la trimestrale che ha evidenziato una fuga di depositi per 100 miliardi di dollari. I mercati azionari del Vecchio continente hanno infatti mostrato tutti un tendenziale calo: la Borsa peggiore è stata quella di Madrid che ha chiuso in ribasso dell’1,2%, seguita da Amsterdam che ha ceduto lo 0,9% finale. Deboli anche Parigi (-0,5%) e Londra (-0,2%), mentre Francoforte ha concluso piatta. Bene invece il mercato dei titoli di Stato, con lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni in leggero calo: il differenziale ha concluso la seduta a 188 punti base contro i 190 dell’avvio, con il rendimento del prodotto del Tesoro al 4,26%. Fiacco l’euro sotto quota 1,1 contro il dollaro. Con il prezzo del gas in calo sotto i 40 euro al Megawattora sui livelli più bassi dal gennaio del 2022, il petrolio ha passato un’altra giornata difficile, muovendosi su ribassi di circa due punti percentuali e faticando a tenere quota 77 dollari al barile. In questo quadro in Piazza Affari il titolo più pesante è stato quello del Banco Bpm, sceso del 3% a 3,97 euro, seguito da Tenaris (-2,8%) e da Unicrtedit, che ha perso il 2,7%. Vendite anche su Saipem (-2,4%), con Tim che ha ceduto il 2,3% a 0,26 euro sempr ein attesa di novità sulla rete. Tra i titoli principali il migliore è stato invece Inwit salito dell’1,1%, con Campari in crescita dello 0,8% ed Enel dello 0,4%. Nel paniere a bassa capitalizzazione scivolone per la Juventus, che ha perso il 7% a 0,3 euro dopo le indiscrezioni di stampa su una possibile esclusione dalle coppe europee che l’Uefa potrebbe decidere in modo indipendente dalla giustizia sportiva italiana.

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