Orlando, 15 ott. – “Sto imparando il ritmo del gioco, quando essere paziente o aggressivo. Cerco di essere la miglior versione possibile di me stesso. Per me e per la squadra”. Così la prima scelta del draft Nba 2022 Paolo Banchero nell’intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’ a pochi giorni dalla prima palla a due della regular season: “Non sono in ansia per l’esordio, probabilmente era più alta su di me la pressione a Duke, al college: sono arrivato come miglior prospetto, come probabile scelta tra le prime due al Draft 2022, nell’ultima stagione con coach K in panchina. La pressione a me è sempre piaciuta e sono riuscito a gestirla. Mi piace che la gente faccia affidamento su di me, scommetta sulle mie doti per vincere. Ovviamente ci sono partite in cui non giochi bene, ma non puoi lasciare che la pressione ti schiacci o si insinui nella testa. Sarà lo stesso in Nba”. Palcoscenico sul quale si ritroverà ad affrontare i più grandi e più famosi giocatori al mondo:
“Non vedo l’ora di affrontare LeBron James: è da sempre il mio giocatore preferito. Come giocare contro Giannis Antetokounmpo o Anthony Davis, sarà fantastico essere sullo stesso parquet com quelli che sono stati i miei modelli. E sarà bellissimo affrontare i tanti giocatori di Seattle che sono in Nba, quelli che conosco da quando sono piccolo, che conoscono la mia famiglia”.
L’immagine che tutti abbiamo in mente di Banchero è quella con il tricolore sulle spalle durante le prime foto di rito con la maglia dei Magic: “Non l’ho portata io, ma quando l’ho vista ho voluto scattare una foto, mostrare il mio rispetto. Il mio legame con l’Italia cresce sempre più forte col passare del tempo: fino a 15-16 anni non sapevo molto della storia italiana della mia famiglia – soltanto che il mio nome è italiano e poco altro. Poi mi sono interessato e ho scoperto tante cose. Spero di venire presto in Italia, visto che ancora non ci sono stato”.
Nel frattempo mantiene i contatti già attivi: “Con coach Riccardo Fois – (assistente di coach Pozzecco in Nazionale, ndr) ci sentiamo da tanto. È stato a Gonzaga e ad Arizona, e in Nba a Phoenix.Lo conosco e lo rispetto. Tra i giocatori sento Nico Mannion: è della West Coast come me, ha giocato gli stessi tornei che ho fatto io. Ci scriviamo sui social, gli ho fatto i complimenti per quanto bene sta facendo con la Nazionale. Lo seguo, sono curioso di vedere dove arriverà”.