Un candidato a sindaco della Lega nella multietnica Mazara

Di Redazione / 22 Ottobre 2018

Mazara del Vallo (Trapani) – Dal 2014 consigliere comunale a Mazara del Vallo, il ventottenne Giorgio Randazzo, in Sicilia primo candidato a sindaco per la Lega del nuovo corso salviniano, è arrivato al Carroccio da una sola settimana, dopo aver aderito al Movimento nazionale per la sovranità, fondato nel 2017 da Gianni Alemanno, Francesco Storace e Roberto Menia. Sarà un caso, ma è proprio dalla più araba delle città italiane che parte la campagna elettorale della Lega per le amministrative. Mazara del Vallo sa d’Oriente a partire dalla sua struttura urbanistica, dalla Casbah che porta le tracce arabe del IX secolo, e dagli oltre duemila tunisini (per lo più marinai sugli oltre 350 pescherecci di una delle più importanti marinerie d’Italia) che ci vivono, mescolati alla popolazione locale.


Randazzo – sposato, un figlio – quattro anni fa era stato eletto nella lista «Liberi» che sosteneva il sindaco uscente Nicola Cristaldi (al suo secondo mandato), ex parlamentare di An e Pdl. Dopo 9 mesi era però passato all’opposizione iscrivendosi al gruppo «Libera scelta». Nel 2016 il passaggio a «Diventerò Bellissima» di Nello Musumeci che nel 2017 sarebbe diventato governatore dell’isola. Infine, lo scorso marzo, il dinamico consigliere aveva fondato «Mazara libera».
Bruciando tutti sul tempo, oggi Randazzo ha indetto una conferenza stampa per presentare la sua candidatura: «Scendo in campo – ha detto – perché mi fido di ciò che posso dare alla città: la mia forza, il mio coraggio e la mia alta integrità morale. E giù strali contro l’attuale amministrazione, responsabile d’aver condotto la città – cinquantamila abitanti – nel vortice di deriva economica e morale che non ha precedenti, con sciacalli e opportunisti che hanno trovato la loro fortuna».


Il leghista Randazzo lamenta il degrado della flotta: «Non siamo più la prima d’Italia, non siamo più i pionieri della cantieristica per non aver contrastato gli interessi delle multinazionali del gas metano che hanno eroso e distrutto il litorale». E mette in fila una serie di record negativi collezionati dagli amministratori: «Gli oneri di urbanizzazione più alti della Sicilia, l’aliquota Imu al massimo, una rete idrica vetusta, il costo dei rifiuti aumentato del 300% negli ultimi 15 anni e un comune senza Piano regolatore che procede per varianti. È stato delegittimato il Consiglio comunale attraverso la perenne assenza di sindaco e assessori».

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