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Truffe all’Ue, i dettagli dell’inchiesta di Marsala che ha portato all’arresto dell’ex senatore Papania

Gli indagati al momento sono 24 e rispondono, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio

Di Redazione |

Dall’inchiesta dei pm di Marsala e della Procura Europea (Eppo) che oggi ha portato a 14 misure cautelari emergono alcuni dettagli. Il personaggio chiave della vicenda è l’ex senatore ed ex deputato dell’assemblea Regionale Siciliana Antonio Papania. In cambio del sostegno del suo movimento politico a sei esponenti politici siciliani – quattro attualmente consiglieri comunali a Marsala e Custonaci – e a loro congiunti sarebbero state dati o promessi posti di lavoro, nomine e promozioni presso gli enti di formazione che l’ex politico di fatto controllava. Gli indagati al momento sono 24 e rispondono, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio. Nell’inchiesta sono coinvolti anche sei esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.

In tutto le misure cautelari eseguite dalla Guardia di Finanza di Trapani sono 14. Alcune sono state disposte dal gip di Marsala, competente sull’indagine della procura di Marsala, altre da quello di Palermo che ha provveduto sulle richieste dell’ufficio siciliano della Eppo. Sono ancora in corso nelle provincie di Trapani e di Palermo perquisizioni domiciliari e locali. L’operazione nasce da una indagine della Procura di Marsala, guidata da Fernando Asaro e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle, che ha accertato una serie di truffe finalizzate a ottenere erogazioni pubbliche ed episodi di corruzione, malversazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Nell’ambito degli accertamenti è emerso che i fondi indebitamente intascati venivano dall’Ue, da qui la competenza dei pm di Eppo Gery Ferrara e Amelia Luise.

Antonio Papania, nei mesi scorsi finito in carcere per un’altra inchiesta. Il politico, che aveva creato qualche anno fa un proprio partito chiamato Valore, Impegno e Azione, avrebbe potuto contare sulla complicità di un dirigente del Mpa, poi passato al Via, di un esponente del movimento via di Marsala, e di un ex consigliere del comune di Cinisi (PA), interessati a ricercare e acquisire crescenti consensi intorno al partito di Papania allargandone la composizione e l’area di influenza sul territorio trapanese e regionale, anche in vista delle elezioni. Gli indagati, servendosi degli enti Cesifop (Centro Siciliano per la formazione professionale), Ires (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Tai, avrebbero ottenuto indebitamente finanziamenti dal Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale molti dei quali mai tenuti. Circa 800mila euro sono stati già incassati e impiegati per spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico Via e a campagne elettorali, e ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati.Le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro, anche per equivalente, di circa un milione, pari all’ammontare delle somme malversate o riciclate e al sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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