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Trapani, dopo 24 anni si alza il sipario del teatro fantasma

Di Mariza D’Anna |

Trecento posti resi fruibili grazie all’impegno del Luglio Musicale che con il consigliere delegato Giovanni De Santis ha rotto le barriere burocratiche e realizzato un momento «storico» per la città, come lo ha definito il presidente dello “Scontrino”, Mario Barbara.

De Santis è più che soddisfatto e si diletta a fare un video del backstage che arriva sui social: «Abbiamo adeguato l’impianto antincendio, lo abbiamo parzialmente arredato e proseguiremo tra gennaio e febbraio per aprire la galleria e per realizzare una foresteria, sarà un auditorium-residenza artistica».

Nel quartiere di Fontanelle, dove le case popolari sono casermoni disadorni e fatiscenti, dove le auto incendiate restano parcheggiate per mesi e dove i cassonetti sono sempre strabordanti, il teatro potrebbe fare molto di più: «Lo vogliamo aprire al quartiere – dice De Santis – con un progetto ambizioso dal titolo “Dal Bronx alla cittadella delle arti” che vorremmo realizzare con il Conservatorio, lo Iacp e gli ingegneri e gli architetti perché a Trapani non mancano le intelligenze e i talenti per realizzare progetti come quello di Barbiana di don Milani, per togliere i ragazzi dalle strade e appassionarli all’arte e alla musica».

Il direttore del Conservatorio, Walter Roccaro, conferma: «È stato il primo passo verso per la restituzione alla città di un luogo per fare musica e teatro, un momento di gioia ma anche di assunzione di grande responsabilità perché non procedere oltre, nel completamento della struttura, aggiungerebbe beffa nella beffa. Tra l’altro molti orchestrali, artisti del coro sono studenti ed ex studenti del Conservatorio». Roccaro guarda oltre: «Penso ad un progetto ispirato a “El sistema” ideato dal maestro Abreu che ha recuperato grazie alla musica la gioventù delle favelas venezuelane e che è stato portato in Italia dal maestro Claudio Abbado».

L’operazione di recupero è riuscita realizzata in economia, con le maestranze del Luglio che hanno lavorato per un mese e mezzo per la messa in scena. Ma è un’operazione non conclusa che dovrebbe proseguire, dice ancora Roccaro «per l’ottimizzazione dell’acustica, il completamento degli arredi e del soffitto e della galleria e la climatizzazione che, in un momento come questo dove nel Sud si fa fatica a riconoscere il valore dell’arte e della musica nella costruzione della società, questo è uno scossone la cui rilevanza va fuori dai confini di questa città. Per noi è una chiamata di responsabilità».

A tagliare il nastro anche il vescovo Pietro Maria Fragnelli e il sindaco Vito Damiano: «Ci troviamo in uno dei quartieri peggiori – ha detto – nel senso che è stato trascurato, ma ora qualcosa è cambiato». E si pensa anche ad allestire una stagione di prosa che manca da diversi anni dopo che il teatro “Tito Marrone” (dell’ex Provincia) ha miseramente chiuso, rimasto senza finanziamenti e personale, ma con strascichi polemici che hanno messo l’uno contro l’altro Comune di Erice e enti interessati: un fallimento per una realtà che era stata feconda. Adesso si pensa invece alla riattivazione dei concorsi musicali “Di Stefano” per voci liriche e a quello internazionale di musica da camera, ai concerti pop, alle residenze per artisti per collegare il mondo della formazione con quello lavorativo.

All’inaugurazione, a dirigere l’orchestra del Luglio, nell’opera di Donizetti apprezzata dal pubblico, è stato il maestro Andrea Certa, ex allievo del Conservatorio; tra gli interpreti Gilda Fiume nel ruolo di Lucia, Danilo Formaggia, Edgardo e Sergio Bologna.

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