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Vittime di mafia

Messina Denaro, la figlia di Ciaccio Montalto chiede di incontrarlo

Maria Irene Montalto è la figlia del sostituto procuratore ucciso a Valderice 41 anni fa dagli uomini di Totò Riina, quando lei ne aveva 12

Di Redazione |

«L'arresto di Messina Denaro mi ha scombussolato, anche perché avevo letto dei documenti in cui si ipotizzava che potesse essere la sua mano quella che ha colpito mio padre. Vorrei incontrarlo e parlargli, perché mi spiegasse tante cose che sono rimaste oscure e che forse non emergeranno mai». Parole di Maria Irene Montalto, figlia di Giangiacomo Ciaccio Montalto, sostituto procuratore a Trapani e ucciso a 41 anni dagli uomini di Totò Riina quando lei ne aveva 12, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio 1983 a Valderice. 

Sei mesi dopo con la madre e due sorelle Maria Irene, per tutti Marene, si trasferì in Emilia e oggi parla alla Gazzetta di Parma, città dove vive e lavora. La cattura del boss di Castelvetrano l’ha riportata al dramma della sua vita: «Non in via formale – spiega – ma attraverso il carcere, già con Riina avevo provato chiedere se era possibile incontrarlo. Però ho capito subito che era un’utopia. Credo che anche con Messina Denaro finirà allo stesso modo. Certo, resta sempre la speranza che lui possa convincersi a collaborare, ma sono piuttosto pessimista. Ha un codice da rispettare e interessi troppo importanti da salvaguardare». 

«La verità – prosegue con amarezza – è che mio padre è stato isolato, lasciato solo da quello Stato che avrebbe dovuto proteggerlo». E negli anni «papà è stato dimenticato: è la cosa che mi fa più male. Purtroppo ci sono vittime di mafia ricordate più di altre, come se ci fossero morti di serie A e di serie B». Per l’omicidio del padre furono condannati Riina e il boss Mariano Agate, ma non sono mai stati identificati gli esecutori materiali. All’epoca Messina Denaro aveva 20 anni. Marene Montalto racconta anche che va volentieri a parlare nelle scuole: «Quando mi chiamano vado con convinzione, perché i ragazzi sono molto recettivi e hanno bisogno di approfondire questo tema. La sensibilità, anche grazie a diversi insegnanti, è cresciuta. E non c'è niente di più vero del rapporto con i giovani».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA