Una corruzione sistematica realizzata attraverso una rete di legami con politici, magistrati, funzionari regionali ed esponenti delle forze dell’ordine. E’ lo svelamento del «sistema Trapani» che scuote il mondo politico siciliano e provoca le dimissioni del sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari.
E al centro di questa ragnatela politico affaristica c’è Ettore Morace, 54 anni, armatore napoletano che ha ereditato dal padre, Vittorio, detto il «comandante», la più grande compagnia marittima di aliscafi d’Europa, la trapanese Ustica Lines, ora ribattezzata Liberty Lines. Morace, questa mattina, è stato arrestato con l’accusa di corruzione dai carabinieri di Palermo e Trapani. Ai domiciliari sono finiti il consulente della Regione Giuseppe Montalto e il candidato sindaco di Trapani Girolamo Fazio, attuale deputato regionale.
Diversi gli indagati tra cui, oltre al sottosegretario Vicari, il governatore siciliano Rosario Crocetta. Lo scossone nel mondo politico siciliano è forte. Vicari dopo aver appreso particolari dell’inchiesta dice: «Poichè la mia permanenza nell’incarico di sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture comporterebbe di affrontare quotidianamente una materia per la quale sono oggi sottoposta ad indagine, al fine di garantire a me e al mondo che è maggiormente interessato al trasporto marittimo e a tutto il Governo che ho avuto l’onore di rappresentare, una maggiore serenità, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni». «Sono assolutamente tranquilla – spiega – e certa della liceità della mia azione essendomi, della vicenda, interessata nel pieno adempimento delle deleghe che mi erano state conferite e nella pienezza del ruolo di Parlamentare che rivesto e questo per venire incontro alle esigenze dell’intero comparto marittimo. Se il signor Morace ne beneficerà ciò avverrà al pari di tutti i suoi colleghi che operano nel settore e senza alcun privilegio personale».
Per gli investigatori Morace, grazie ai suoi rapporti con politici come Vicari e Fazio e alla connivenza di consulenti e funzionari della Regione, avrebbe consolidato il suo impero. Intascando, attraverso le stime gonfiate delle compensazioni regionali, fondi che non avrebbe dovuto avere. O risparmiando milioni di euro grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità voluto dalla Vicari, che abbassava l’Iva sui trasporti marittimi dal 10 al 4%: operazione che ha portato un ammanco di 7 milioni alle casse dello Stato.
In cambio l’armatore distribuiva soldi, regali, assunzioni di amici e parenti, come il nipote di Fazio. E all’aspirante sindaco di Trapani, finito ai domiciliari, avrebbe anche dato in uso un’auto da 40 mila euro, finanziato con 10 mila euro di gadget e manifesti la campagna elettorale, regalato biglietti di viaggio e d’ingresso allo stadio: il padre di Morace è il patron del Trapani calcio.
Vicari, invece, avrebbe ricevuto un Rolex del valore di 5mila euro che le avrebbe consegnato il fratello, Manfredi, dipendente di Morace. Stesso compenso per un collaboratore della senatrice di Ap, Marcello Di Caterina che oggi ha consegnato l’orologio ai carabinieri a casa sua per una perquisizione. Entrambi sono indagati per corruzione.
«Zio Nunzio ci ho pensato ce lo voglio fare il regalo, quei due regali a questi due personaggi», dice Morace non sapendo di essere intercettato. Dopo pochi giorni, il 24 dicembre, Vicari al telefono lo ringrazia. «Sei stato un tesoro».
L’armatore sarebbe riuscito a condizionare la politica regionale in materia di trasporti marittimi. Prima della scadenza del servizio con le isole Egadi, fissata per il 3 settembre, avrebbe ad esempio ottenuto una proroga costata alla Regione tre milioni. Ed è attorno a questa circostanza che ruota l’inchiesta su Crocetta. Morace, scrivono i carabinieri nell’informativa confluita nella misura cautelare, avrebbe dichiarato di aver ospitato il governatore sulla sua barca e di avergli pagato una vacanza a Filicudi.
«Non sono mai salito in barca con Morace nè con altri. Apprendo queste notizie dai giornalisti, non so altro dell’inchiesta», replica Crocetta.
Il potere di Morace era tale da riuscire a bloccare la nomina all’Ars di un consulente a lui sgradito, grazie alle pressioni di Fazio e di Montalto che in cambio piazzava amici come il giornalista Piero Messina all’ufficio stampa della compagnia e faceva avere liquidazioni gonfiate a sue conoscenti: Marianna Caronia, ex dipendente della società dell’armatore.
E sempre attraverso Fazio, Morace avrebbe provato a condizionare il ricorso davanti al Cga che doveva decidere sulle sorti di una gara, da lui vinta, ma annullata in autotutela dalla Regione. Il Tar gli aveva dato torto e lui aveva fatto contattare un ex giudice del Cga, Raffaele De Lipsis che aveva chiesto l’intervento del nuovo presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa. Intervento che non ci sarebbe stato.
I carabinieri hanno notificato un avviso di garanzia a Massimo Finocchiaro, collaboratore del presidente della Regione Rosario Crocetta, e presidente dell’Ast. I militari si sono recati questa mattina nella sede della società di trasporti in viale Regione Siciliana per notificare il provvedimento e hanno perquisito gli uffici. «Sono sereno, non so perché sono finito nell’inchiesta – dice Finocchiaro – Ho solo organizzato una festa a Messina per Riparti Sicilia, (il movimento del governatore Crocetta ndr). C’è chi ha dato contributi di 30, 50 o 100 euro tutto registrato. Morace ha versato 5 mila euro. Tutto nella massima trasparenza».
E sarebbe proprio la somma versata tramite Finocchiaro a Crocetta ad essere finita nella tranche di indagine che riguarda il presidente della Regione che, in cambio, avrebbe fatto ottenere a Morace l’estensione del servizio di collegamento con le Egadi oltre la data inizialmente fissata, incassando così 3 milioni di euro.